Body scanner in Europa dal 2013

I body scanner sono già una realtà negli Usa, ma dal 2013 lo saranno anche in Europa.
Si tratta di apparecchiature che utilizzano radiazioni che oltrepassano i vestiti dei passeggeri, ma vengono riflesse dal loro corpo e dagli altri oggetti su di esso presenti (es. piercing, gioielli, ecc.).

Il Parlamento Europeo ha dato il via libera all’introduzione dei body scanner negli aeroporti comunitari, ma a determinate condizioni e con alcune differenze rispetto a quelli americani che, di fatto, “denudano” i passeggeri.
Inoltre, l’ultima parola sarà lasciata ai singoli Stati membri che potranno scegliere se imporne l’installazione o meno.
Alcuni Paesi, come la Gran Bretagna, li hanno già introdotti nei loro principali scali, mentre altri, come l’Italia, li hanno installati in via ancora sperimentale.

Garantire la sicurezza negli aeroporti è assolutamente necessario, ma senza violare due diritti fondamentali: la salute e la privacy.
Innanzitutto, non saranno autorizzati scanner a raggi X o a radiazioni ionizzanti, in quanto eccessivamente invasivi e potenzialmente nocivi per la salute dei passeggeri, specie dei bambini.
Per garantire la riservatezza, poi, le scansioni “europee” dovranno elaborare immagini stilizzate, non vere e proprie foto di corpi nudi come in America. Per far leva sull’obiettivo-sicurezza ed eliminare allusioni al corpo foriere di accese polemiche, anche il nome degli apparecchi sarà diverso: si chiameranno “security scanner”.
Le immagini elaborate non potranno essere conservate, ma andranno cancellate subito dopo il controllo.
Infine, sarà possibile per i passeggeri, ad esempio donne in gravidanza, bambini e anziani, rifiutare di essere “scannerizzati” ed optare per i metodi di controllo standard (metal detector e ispezione personale).

Insomma, pare proprio che i body scanner, o security scanner come dir si voglia, siano lo strumento prescelto anche in Europa per prevenire attentati terroristici.
Va detto, però, che sono in molti a sollevare dubbi e perplessità sulla loro reale utilità, tenendo conto anche dei possibili rallentamenti al check-in, nonché dei notevoli costi di questi apparecchi, particolarmente gravosi specie per i piccoli aeroporti.

Il 2013 sarà anche l’anno in cui andranno eliminate le restrizioni introdotte nel 2006 per il trasporto delle sostanze liquide nel bagaglio a mano.
Per prevenire la minaccia terroristica degli esplosivi in forma liquida, non ancora distinguibili dai detector attualmente in dotazione negli aeroporti, sono previsti limiti piuttosto restrittivi: solo alcuni liquidi sono ammessi (es. acqua, bevande, creme), mentre altri sono esclusi (es. yogurt, mascara).
Ciascun liquido deve, poi, essere contenuto in un recipiente di capacità non superiore ai 100 millilitri. A loro volta, i recipienti devono essere inseriti in un sacchetto di plastica trasparente e richiudibile, di capacità non superiore ad un litro (ovvero di dimensioni 18 x 20 cm).
Tra due anni queste restrizioni quantitative dovrebbero diventare superflue. Si prevede, infatti, che le nuove tecnologie saranno in grado di distinguere tra liquidi innocui e liquidi pericolosi.

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