Mediazione obbligatoria: opportunità od ostacolo alla giustizia?

A partire dal 20 marzo 2011, le persone che si ritengono lese nei loro diritti non possono più, in alcune materie, rivolgersi direttamente al giudice per ottenere giustizia. Infatti, chi intende esercitare in giudizio un’azione relativa ad una controversia in materia di diritti reali (ad esempio proprietà o servitù di passaggio), divisione (di un bene in comunione), successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, responsabilità medica, diffamazione, contratti assicurativi, bancari e finanziari, è tenuto preliminarmente ad esperire il procedimento di mediazione.

Si tratta della mediazione obbligatoria che non piace agli avvocati che sostengono, non senza ragione, che tale istituto impedisca il libero accesso del cittadino alla giustizia e quindi sia uno strumento incostituzionale. Del resto, se l’attivazione della mediazione obbligatoria non porterà ad un accordo tra le parti, il cittadino che ritiene di avere subito un’ingiustizia sarà tenuto a pagare due volte: la prima volta dovrà pagare il mediatore, nonostante il mancato accordo, e successivamente dovrà corrispondere il contributo unificato per rivolgersi al tribunale per ottenere giustizia. Ecco perché gli avvocati parlano, a proposito della mediazione obbligatoria, di ostacolo al cittadino per l’accesso alla giustizia; la vittima di un’ingiustizia non può quindi esercitare direttamente i propri diritti come invece è sancito dall’articolo 24 della Costituzione. Continua a leggere



Caso Todomondo, fissato il processo

Ecco, dalle nostre legali avv. Lara Pellegrini e Francesca Pinciroli, gli ultimi aggiornamenti del caso Todomondo.
La prima udienza del processo contro gli amministratori della Todomondo, Alessandro Scotti e Silvano Favarato, si terrà avanti al Tribunale di Gallarate in composizione monocratica, il giorno 1 ottobre 2012, ore 9,00. Il reato contestato è truffa aggravata. Continua a leggere



Furti d’identità: attenzione alle reti wi-fi

C’è chi preferisce l’e-banking, magari domiciliando sul conto online anche le proprie utenze domestiche e chi, invece, preferisce ricevere estratti conto, bollette e altri documenti contenenti “informazioni finanziarie” in forma cartacea.
In entrambi i casi, però, c’è sempre il rischio di frodi da furto di identità e di dati sensibili.

Il trashing consiste nel ricercare, ad esempio, ricevute di pagamento ed estratti conto bancari nei sacchetti della spazzatura, specie quelli gettati nella raccolta differenziata della carta, e ricostruirli se spezzettati al fine di carpire dati sensibili ed utilizzarli per clonare identità.

Lo sniffing, invece, consiste nell’intercettare i dati, specialmente codici segreti e password, che transitano in una rete telematica. Tale attività, concretizzandosi in una intrusione nella proprietà e nella sfera privata altrui è di per sé illegittima, indipendentemente dallo scopo perseguito. Se poi il pirata informatico utilizza i dati in questo modo carpiti, ad esempio le coordinate di pagamenti eseguiti con carte di credito, per effettuare acquisti all’insaputa del titolare, il reato è ancora più grave.

Dal trattamento illecito di dati (art. 167 Codice della Privacy), alla sostituzione di persona (art. 494 Codice Penale), fino all’accesso abusivo ad un sistema informatico telematico (c.d. violazione di domicilio informatico, art. 615 ter Codice Penale), sono diverse le fattispecie di reato legate al mondo delle identità anche virtuali e punite dalla legge italiana.

Il terreno migliore per i ladri di identità sembra essere quello delle reti wi-fi, la maggior parte delle quali non è adeguatamente protetta, anzi è liberamente accessibile anche da parte di soggetti non autorizzati. Continua a leggere



Estratti conto e fogli informativi più semplici

È stato firmato ieri, al convegno “Dimensione Cliente”, il protocollo di intesa tra l’ABI e quindici associazioni dei consumatori, tra cui La Casa del Consumatore, per la semplificazione dei fogli informativi e dei documenti di sintesi periodici relativi ai conti correnti bancari.

L’accordo si inserisce nel più ampio percorso di collaborazione intrapreso dall’associazione bancaria con i rappresentanti dei consumatori all’insegna della “Trasparenza semplice”.
Il primo passo sarà quello di rendere più chiare e comprensibili le informazioni.
Quindi fogli informativi ridotti nelle dimensioni, ma ampliati nei contenuti (es. comparazione tra i costi del fido e dello sconfinamento, dettaglio delle commissioni applicate nei due casi con le relative tabelle di confronto) per consentire ai clienti una più immediata comparabilità tra le offerte presenti sul mercato. Anche la forma dovrà essere più semplice: è prevista pure l’introduzione di un glossario per tradurre le espressioni tecniche in un linguaggio più corrente e fruibile.
Per quanto riguarda i documenti di sintesi periodici (DDS), la proposta comune è quella di limitarne l’invio ai soli casi in cui le condizioni subiscano modifiche e variazioni. In questo modo si consentirà ai clienti di conoscere tali novità, evitando inutili ripetizioni e comunicazioni ridondanti. Continua a leggere



Autovelox sì, ma non dappertutto

Gli autovelox sono dispositivi tecnici di controllo del traffico finalizzati al rilevamento a distanza delle violazioni dei limiti di velocità stabiliti in base all’art. 142 del codice della strada.
L’obiettivo principale del loro impiego dovrebbe sempre essere quello di garantire la sicurezza stradale.
Molti automobilisti, però, li considerano strumenti posizionati abilmente dai comuni in punti strategici per fare cassa e percepiscono le relative contravvenzioni come particolarmente ingiuste.
Ciò anche alla luce dei recenti  “scandali” che hanno interessato numerosi comuni e loro funzionari indagati per aver utilizzato apparecchiature irregolari, perchè non omologate o, ancor peggio, tarate “ad arte” in modo da registrare una velocità superiore a quella reale.

In realtà, la legge consente agli organi di polizia di servirsi di questi strumenti tecnici per rilevare la velocità delle auto in corsa. Tuttavia, se la regola generale è quella della contestazione immediata da parte dell’agente in divisa, ad essa è possibile derogare soltanto quando vi è una valida giustificazione, ovvero quando la strada sia talmente trafficata da rendere eccessivamente difficoltoso e pericoloso per la circolazione fermare le auto che procedono ad alta velocità. Continua a leggere



Class action per i disagi sulle autostrade

È stato costituito il POOL LEGALE delle associazioni Casa del Consumatore, Codici, Acu, Unione Nazionale Consumatori e Movimento difesa del Cittadino per avviare una class action contro Autostrade per l’Italia per il risarcimento dei danni subiti dalle migliaia di automobilisti che, durante l’ondata di maltempo che ha colpito l’Italia tra il 17 e il 18 dicembre 2010,  sono rimasti bloccati  per lunghe ore sulle tratte A11 Firenze – Pisa e sulla A1 tra Firenze e Arezzo. Continua a leggere