Attentato Manchester: quando le fake news diventano virali

L’avvento di Internet, del Web 1.0 e 2.0 hanno portato con sé importanti cambiamenti. Il mondo dell’informazione, nello specifico, è stato completamente trasformato ed i cambiamenti sono stati molti, per esempio il modo di fruire le informazioni, le modalità per accedervi e soprattutto la capacità di filtrarle da parte dei lettori, il tutto dettato dallo sviluppo del web. Questi e altri cambiamenti hanno dato vita ad una rivoluzione digitale che ha cambiato per sempre il ruolo dell’editoria e dell’informazione nella nostra società.

Gli strumenti tecnologici sono notevolmente cambiati rispetto al passato: alcuni sono morti, altri sono nati e altri ancora si sono re-inventati, adattandosi alle esigenze di un pubblico pretenzioso. Le rivoluzioni portano con sé aspetti positivi e negativi, ma ciò che li contraddistingue è l’utilizzo che ne facciamo.

Vediamo come possiamo definire il cambiamento dell’informazione e cosa succede quando ci troviamo di fronte a delle fake news.

L’informazione, come detto, ha subito un enorme cambiamento, da mera fruizione cartacea, concernente un numero limitato di tematiche, ad una infinità di informazioni riguardanti argomenti più disparati. Oggi è possibile accedere a qualsiasi tipo di informazione, in qualsiasi momento e con qualunque strumento (smartphone, tablet, pc ecc…). Le notizie, in questo senso, non seguono più la logica dell’ormai vecchia agenda setting, ma seguono un flusso diversificato di informazioni, dalla politica, al food, dagli esteri alla tecnologia e al beauty

Dunque, è possibile per i lettori accedere a qualsiasi tipo di informazione grazie ad Internet e ai Social Network sites. Il problema principale delle troppe informazioni è il filtraggio: non tutte le notizie che vengono divulgate sono vere e non tutti i divulgatori di notizie sono affidabili ed è in questo modo che si mettono in circolo tante fake news.

Le fake news sono oggi un grande problema che rischia di deviare l’opinione pubblica. Il lettore, contestualmente, non è più in grado di distinguere la veridicità di un fatto e, conseguentemente, di costruire attorno a tale fatto un pensiero veritiero.

L’attentato di Manchester, di pochi giorni fa, è l’ennesima prova dell’effettivo mancato filtraggio di informazioni: avvenuto durante il concerto di Ariana Grande al Manchester Arena, dove sono morte 22 persone e altre 59 sono rimaste ferite, ha scatenato su Internet una serie di fake news tra cui la fuga dell’attentatore nelle vicinanze di Oldham Hospital e il coinvolgimento di Ariana Grande durante l’esplosione. L’attentatore è morto durante l’esplosione, mentre le immagini che circolano sul web ritraenti Ariana Grande ferita in viso, sono foto scattate durante le riprese della serie tv “Scream Queens”.

Il problema fondamentale delle fake news è che creano una vera e propria viralità alla pari delle notizie vere, inondando completamente Internet e i Social. Il lettore, essendo abituato a fruire di una vastità infinita di informazioni, non è più in grado di valutare l’effettiva veridicità delle notizie, contribuendo, inconsapevolmente, alla diffusione di notizie false.

“La cultura è anche la capacità di filtrare le informazioni”: Questo è il titolo dell’intervento di Umberto Eco presso l’Università di Pisa, dove affronta il ruolo dell’informazione dell’era del Web 2.0. La critica che Umberto Eco muove, in questo senso, sull’abbondanza e, in un secondo momento, della gestione delle informazioni riguarda il mondo di Internet e le loro “legioni”.

Il problema è che anche le fonti di informazione, dalle testate giornalistiche tradizionali ai blog, non riescono più a distinguere la veridicità delle informazioni, il che rende la situazione molto più grave di quanto si pensi, proprio perché le notizie non vengono prodotte dall’alto, ma vengono prese dal basso e fatte scendere a cascata sui lettori.

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