Specie protette e souvenir vietati

Avete mai sentito parlare di CITES? È la sigla utilizzata per indicare la Convenzione Internazionale di Washington che regola l’import-export delle specie di fauna e flora minacciate d’estinzione. Si tratta di regole che dovrebbero essere conosciute non solo dai commercianti, ma anche dai turisti che non vogliano vedersi sequestrare i loro souvenir di origine animale o vegetale.

In Itala la Convenzione viene fatta rispettare dal Corpo della Forestale il cui Servizio CITES è composto da 24 nuclei operativi istituiti presso le dogane e 27 servizi territoriali distribuiti su tutto il territorio nazionale. Le operazioni svolte ogni anno dal nostro Servizio CITES hanno portato al sequestro di quintali di caviale contraffatto, pelli di pitone, pellicce di felini, articoli in avorio, tartarughe immobilizzate e spedite in pacchi postali, cosmetici e medicine orientali composte da “ingredienti vietati” di origine animale e vegetale.

Le specie protette dalla CITES si suddividono in 3 categorie:

– quelle che non possono essere in nessun caso commercializzate;

– quelle che possono essere commercializzate solo dietro autorizzazione (certificato CITES);

– quelle endemiche soggette a specifici controlli imposti dai singoli stati.

È necessario presentare il certificato CITES di autorizzazione, ad esempio, per importare: scimmie, tartarughe marine, pappagalli, pesci ornamentali esotici, cactus, orchidee, zanne di elefante e articoli in avorio, pelli di rettile, pellicce pregiate, corallo, legname delle foreste amazzoniche. È assolutamente vietato importare animali a grave rischio di estinzione come, ad esempio, ghepardi e leopardi. Non è necessaria alcuna documentazione o autorizzazione, ma sono previsti limiti quantitativi, ad esempio, per il caviale (125 grammi a persona) e le uova di salmone in formato patè (20 kg). Insomma, il turista deve rispettare i luoghi che visita anche dal punto di vista della biodiversità. Nella secreta del souvenir è, quindi, necessario informarsi sulle eventuali componenti animali o vegetali e, nel caso, richiedere al negoziante la certificazione CITES che ne autorizza l’esportazione.

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