Ovviamente non esiste una regola universalmente valida.
Si può iniziare dicendo che la scelta tra tasso fisso e tasso variabile dipende dalla nostra propensione al rischio: se accettiamo la possibilità di un aumento delle rate del nostro mutuo (nell’ottica di risparmiare quando i tassi sono bassi) allora possiamo orientarci verso il tasso variabile. Se invece non dormiamo la notte per il timore della quotazione Euribor che leggeremo l’indomani mattina sul giornale, allora è meglio che ci orientiamo verso il tasso fisso.
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Le difficoltà di rinegoziazione dei mutui
In questo momento, vista la discesa inesorabile dei tassi, potrebbe essere conveniente per i clienti abbandonare i mutui a tasso variabile per trasformarli in tasso fisso. L’operazione tuttavia non è così semplice.
In molti si sono sentiti dire che passare ora al fisso non converrebbe e, in caso di insistenza, hanno dovuto constatare l’impossibilità di effettuare l’operazione.
Diminuiscono i tassi BCE: una buona notizia per chi ha un mutuo da pagare?
La crisi dell’economia che continua a investire l’Europa ha indotto la Banca Centrale Europea all’ennesimo taglio del tasso di rifinanziamento dei pronti contro termine, sceso al minimo storico dell’1,50 per cento. Analogamente ha ridotto allo 0,50% e al 2,50% anche il tasso sui depositi e quello marginale. In questo fosco quadro generale, i consumatori potrebbero almeno consolarsi vedendo scendere la rata del loro mutuo parametrato al tasso BCE, perché per legge da gennaio 2009 le banche avrebbero dovuto offrire alla clientela, oltre ai soliti mutui ancorati al tasso Euribor, anche quelli parametrati all’andamento del tasso BCE. Ciò, tuttavia, salvo alcuni casi isolati, non… Continua a leggere