Teleselling e internet: fallisce il registro delle opposizioni

A distanza di 16 anni circa dall’istituzione dell’Autorità Garante della Privacy e di 9 anni dall’introduzione del Codice della Privacy, in Italia la protezione della riservatezza è davvero assicurata?

Forse non del tutto.
Anche se la cultura della protezione dei dati personali si sta radicando pure nel nostro Paese ed è maggiore la consapevolezza del diritto alla privacy come un diritto fondamentale e garantito a livello costituzionale, l’evoluzione tecnologica costringe ad affrontare sempre nuove sfide e problematiche.

A pochi giorni dalla nomina dei nuovi membri dell’Autorità Garante della Privacy, vediamo quali sono i problemi risolti e le questioni ancora aperte, tenendo conto del bilancio tracciato del Presidente in carica, Francesco Pizzetti.

Due problematiche, di cui abbiamo già parlato nel precedente articolo e che necessiterebbero di una disciplina più adeguata riguardano le intercettazioni, da un lato, e i sistemi invasivi di lotta all’evasione fiscale, dall’altro; ma sono tanti i settori interessati dal problema privacy. Per esempio le telefonate commerciali indesiderate e il fallimento del registro delle opposizioni… Continua a leggere



Se navigare inquina, bisogna cambiare rotta

Siti internet, social network, forum, blog, motori di ricerca, googlemap, youtube sono solo una piccola parte di ciò che offre la rete, la più grande piattaforma di comunicazione di tutti i tempi.
Notizie, curiosità, musica, foto, video, ormai navigando si trova di tutto: lo “zapping online” è diventato uno dei nostri passatempi preferiti.

La continuità della connessione ad un prezzo fisso al mese insieme con l’immediatezza e la rapidità della tecnologia, determinano un ottimo rapporto qualità-prezzo del servizio, ma non ci fanno percepire quali sono i costi reali della navigazione, specialmente in termini di emissioni di Co2.

Googlare, ovvero effettuare una ricerca di notizie o informazioni sui motori di ricerca e in particolare su Google, è ormai diventata una parola di uso comune (vedi il Wikidizionario, appunto), ma soprattutto l’attività quotidiana di milioni di utenti della rete.
Eppure, per ogni singola ricerca vengono emessi 0,2 grammi di Co2 (questa la quantità dichiarata ufficialmente da Google stessa). Si stima che l’inquinamento ambientale di 10 mila ricerche sia lo stesso di quello prodotto da un viaggio di 8 km in auto, mentre 5 mila ricerche equivalgono ad un carico di lavastoviglie. Continua a leggere