Plastic Tax: ecco di che cosa si tratta e perché dovresti conoscerla 

La Plastic Tax è una misura prevista dalla Legge di Bilancio 2020 per ridurre l’uso della plastica monouso che però continua a essere al centro di discussioni e rinvii, non trovando ancora un’effettiva applicazione in Italia.
Ma di che cosa si tratta e che cosa cambierà per i consumatori? Quali sono le motivazioni che spingono all’introduzione di questa tassa e come mai trova così tanta difficoltà nella sua entrata in vigore? Scopriamolo!

La Plastic Tax è un’imposta applicata ai manufatti in plastica monouso, noti come MACSI (Manufatti in Plastica a Singolo Impiego). Questi includono prodotti come bottigliesacchetticontenitori per alimenti e pellicole, progettati per essere utilizzati una sola volta e poi scartati. 
La tassa ha un funzionamento analogo a quello della Sugar Tax, di cui abbiamo già parlato in precedenza (clicca qui per rileggere l’articolo): infatti, l’imposta aggiuntiva è fissata a 0,45 euro per chilogrammo di plastica e viene applicata al momento della produzioneimportazione o vendita di questi beni, presentando quindi una lieve maggiorazione sul prezzo finale del bene, al fine di disincentivare il consumatore all’acquisto. 
L’intento principale della Plastic Tax è quindi quello di ridurre l’impatto ambientale della plastica, incoraggiando l’uso di materiali alternativi e riciclati. L’imposta si applica solo ai prodotti di plastica che non possono essere riciclati o compostati, non colpendo quindi i materiali riciclati o compostabili.
Purtroppo, la plastica monouso rappresenta una delle principali fonti di inquinamento ambientale: questi prodotti, che spesso finiscono in mare o in discarica, hanno un impatto devastante sulla fauna marina e sull’ecosistema terrestre. Ridurre la produzione e il consumo di plastica monouso è quindi essenziale per diminuire la quantità di rifiuti plastici nell’ambiente.
La tassa è inoltre una misura per incentivare le aziende a cercare soluzioni più sostenibili, come il packaging biodegradabile o il riutilizzo dei materiali: infatti, escludendo dalla tassa i materiali riciclati e compostabili, l’introduzione di quest’imposta mira a premiare le pratiche ecologiche e a ridurre l’uso di plastica vergine da parte dei grandi produttori.
L’introduzione della Plastic Tax avrebbe, come negli altri Paesi che l’hanno già introdotta,  impatti diretti e indiretti sui consumatori anche in Italia. Ecco alcuni degli effetti principali:

1. Aumento dei prezzi: uno degli effetti più immediati della Plastic Tax sarà l’aumento dei prezzi dei prodotti confezionati in plastica monouso. Anche se l’imposta è tecnicamente applicata ai produttori e ai venditori, è probabile che i costi aggiuntivi vengano trasferiti ai consumatori sotto forma di prezzi leggermente più alti per beni come bottiglie d’acquasacchetti di plastica e contenitori per alimenti.

2. Incentivo a scelte sostenibili: con l’aumento dei costi per i prodotti in plastica monouso, i consumatori potrebbero essere incoraggiati a scegliere alternative più sostenibili. Questo potrebbe significare un passaggio verso imballaggi riutilizzabili, prodotti realizzati con materiali riciclati o biodegradabili, e una maggiore attenzione all’uso responsabile delle risorse.

3. Consapevolezza ambientale: la Plastic Tax contribuisce a sensibilizzare i consumatori sui problemi legati all’inquinamento da plastica. L’impatto visibile della tassa potrebbe stimolare una maggiore consapevolezzariguardo ai rifiuti plastici e incoraggiare pratiche di consumo più ecologiche.

continui rinvii dell’entrata in vigore della Plastic Tax in Italia sono stati influenzati da diverse considerazioni economiche e politiche. L’industria della plastica ha sollevato più volte preoccupazioni circa l’impatto economico della tassa, stimando che potrebbe comportare costi aggiuntivi di circa 280 milioni di euro per le imprese. Questo potrebbe influire negativamente sulla competitività del settore, che conta circa 5.000 aziende e oltre 100.000 addetti.
Inoltre, ci sono state critiche riguardo alla mancanza di chiarezza su come i fondi raccolti dalla tassa verrebbero utilizzati. L’industria ha richiesto che i proventi della tassa siano destinati a migliorare la raccolta il riciclo dei rifiuti plastici, piuttosto che essere considerati una semplice misura di tassazione.
Il rinvio, attualmente fissato al 2026, quindi, fornisce alle imprese ulteriore tempo per adattarsi e pianificare, ma continua a mantenere alta l’incertezza e il dibattito intorno alla tassa. Le aziende chiedono una riformulazione completa della norma o, in alternativa, la sua cancellazione, per evitare effetti negativi sulla loro competitività e sull’economia in generale.

Articolo realizzato nell’ambito dell’iniziativa LE.S.S
MLPS –Iniziative e progetti di rilevanza nazionale ai sensi dell’art. 72 del D Lgs 3 luglio 2017, n. 117 – ANNO 2023 – Avviso N. 2/2023