Abiti economici ma taroccati

 

Si è tenuto ieri presso il Circolo del Commercio di Corso Venezia a Milano l’incontro conclusivo del progetto “Rendiamoci conto”, realizzato dalla Casa del Consumatore e da altre associazioni di consumatori con il contributo del Ministero dello Sviluppo Economico.

Nel corso dell’incontro la Casa del Consumatore e Assosecco hanno presentato i risultati dei test fatti effettuare su capi d’abbigliamento di basso costo acquistati in esercizi commerciali e mercati rionali di Milano e Genova.

Le prove, effettuate dal Centro di ricerca tessile Stazione Sperimentale per la Seta, hanno riservato delle belle sorprese.


Su nove capi d’abbigliamento sottoposti a test, ben quattro hanno evidenziato una composizione totalmente diversa rispetto a quella dichiarata in etichetta. È il caso di una camicetta, dichiarata al 50% di viscosa e al 50% di poliestere, che è invece risultata interamente in poliestere. O ancora di una sciarpa che, dichiarata in etichetta al 100% di seta, ai test di laboratorio è risultata composta in prevalenza di fibra poliammidica. Ancor peggio per un abito bianco, indicato al 100% in seta, ed un paio di pantaloncini estivi da uomo, indicati al 100% in cotone, risultati entrambi al 100% in poliestere.

Si tratta di un grave indice di quanti prodotti contraffatti e “taroccati” girano sul mercato. D’accordo che erano capi di modico valore (al massimo 20 euro), ma si tratta comunque di vere e proprie truffe a danno del consumatore, che spesso acquista un capo di un certo tessuto proprio per evitare allergie o incompatibilità dermatologiche.

Conclusione? Prestate molta attenzione ai prodotti di marche sconosciute venduti senza particolari garanzie, privi di indicazione del luogo di produzione e produttore, perché una volta su due rischiate la fregatura!