Oltre il 50% degli autori musicali incassa dalla Siae meno di quanto paga

E’ questo il dato riferito dal Prof. Giorgio Assumma, Presidente della SIAE, ad Altroconsumo, che oggi ha presentato, nell’ambito di un convegno su internet e libertà di informazione in rete, un’inchiesta su diritti d’autore e SIAE.
L’iscrizione alla SIAE non è obbligatoria, tuttavia è l’unico modo per gli autori di verificare se e quanto vengono utilizzate le loro opere e ottenerne i conseguenti guadagni.
Le modalità di distribuzione dei diritti incassati tra gli autori risultano tuttavia penalizzanti per chi, ancora sconosciuto ai più, rischia anche di non emergere sulla base di rilevazioni a campione. Anche a causa di questo, il risultato sconsolante che più della metà degli autori ci rimette ad iscriversi alla SIAE.
Molti i dati interessanti e poco noti che emergono dall’inchiesta:
– il 50% del prezzo dei cd vergini pagato dai consumatori va alla SIAE, anche se i cd fossero  utilizzati solo per copiarci propri files o memorizzare le fotografie delle vacanze;
– il 9% del prezzo dei cd musicali va alla SIAE;
– per la musica suonata ad un matrimonio con ballo e di più di 150 invitati, il compenso dovuto alla SIAE è di quasi 500 euro;
– il 10% degli incassi delle discoteche va alla SIAE: quindi anche sulle bevande che consumiamo, paghiamo il 10% alla SIAE;
– in base ad una recente normativa, anche sulle chiavette deve USB essere caricato il costo del “bollino” SIAE;
– nel 2007 il funzionamento della SIAE è costato quasi 200 milioni di euro.