Etichette alimentari: acquistare con consapevolezza

 

Ingredienti, tabelle nutrizionali, avvertenze, simboli e marchi: le etichette potrebbero non risultare semplici da leggere. Quelle che troviamo sono informazioni tutte preziosissime ma non sempre veritiere e chiare.
Ecco alcuni consigli su come capire maggiormente quelle diciture che aiutano il consumatore ad essere più consapevole dei prodotti presenti nella sua cucina.

La denominazione di vendita
La denominazione di vendita è il nome comunemente impiegato per identificare il singolo prodotto, è la descrizione del prodotto. Gli può essere anche dato un nome di fantasia, ma deve comunque comparire la denominazione univoca (pasta, farina 00, maionese ecc.) in modo che l’acquirente sia consapevole di ciò che acquista. Non può essere in alcun modo sostituita.

Gli ingredienti
Le sostanze contenute nel prodotto (compresa l’acqua, se supera il 5%) devono essere indicati sull’etichetta. L’ordine è decrescente in base al peso, il primo ingrediente citato è quindi quello più presente, fino ad arrivare al meno presente.
Questo significa che i primi 3 ingredienti sono quelli che noi principalmente stiamo mangiando. Proprio per questo molte ditte distribuiscono gli zuccheri presenti tra molti ingredienti così che le quantità non compaiono nei primi tre dell’elenco, in questo modo è possibile trovarsi ad esempio davanti ad una lista che contiene una combinazione di saccarosio, fruttosio, zucchero di canna, destrosio senza che nessuno di essi sia presente nelle prime posizioni dell’elenco; in realtà, facendo i conti, probabilmente quel prodotto contiene più zuccheri di tanti altri.

Ecco alcuni consigli per evitare l’inganno:
• Un prodotto a basso contenuto calorico non può avere più di 40 kcal per 100 grammi, o più di 20 kcal per 100 millilitri;
• Un prodotto a ridotto contenuto calorico deve avere il valore energetico ridotto di almeno il 30% rispetto agli altri prodotti delle stessa categoria e si devono indicare le caratteristiche che hanno provocato questa riduzione;
• Un prodotto senza zuccheri non può avere più di 0,5 grammi di zucchero per 100 grammi o 100 millilitri;
• Un prodotto senza zuccheri aggiunti non deve contenere saccarosio, glucosio, lattosio, maltosio, fruttosio, destrosio, sciroppo di glucosio o altri prodotti con proprietà dolcificanti, come il miele.

Inoltre, la dicitura “in proporzione variabile” significa che nessun ingrediente è prevalente rispetto agli altri. Quando, invece che con il loro nome specifico, gli ingredienti sono segnalati con il nome generico della categoria (es. “formaggio”), allora molto probabilmente non si tratterà del tipo più pregiato.
Quando troviamo scritto genericamente “aromi” significa che si tratta di aromi artificiali. Essendo essi prodotti in laboratorio, è meglio limitarne il consumo.
Se invece compare la dicitura “aromi naturali” si tratta di essenze, estratti, succhi ottenuti da materie vegetali.

Gli additivi
Gli additivi sono sostanze autorizzate dall’Unione Europea solo per determinati alimenti e in quantità ben precise. Si tratta di coloranti, emulsionanti, edulcoranti, antiossidanti. Ne esistono tantissimi e ad ognuno corrisponde una sigla costituita dalla lettera E e da un numero.
• le sigle da E100 a E199 indicano i coloranti;
• le sigle da E200 in su si usano per gli altri tipi di additivi.

Nonostante siano autorizzati, meglio sempre limitare i prodotti ad alto contenuto di additivi.

La quantità
L’etichetta deve riportare anche il peso o il volume netto del prodotto. Quando si tratta di prodotti conservati in un liquido di governo, anche il peso sgocciolato deve essere indicato.
Bisogna prestare attenzione al quantitativo, le etichette nutrizionali infatti devono essere sempre riferite a 100g o ml di prodotto e, solo facoltativamente, anche a porzioni inferiori. Perciò quando si legge che un prodotto non contiene grassi o contiene pochi zuccheri è bene fare attenzione a quale quantità si sta facendo riferimento.

Scadenza, conservazione e utilizzo
La dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” indica che le caratteristiche del prodotto rimangono inalterate fino alla data indicata, dopodiché lo si può comunque consumare ma non se ne assicura l’integrità.
“Da consumarsi entro”, invece, indica una scadenza vera e propria, dopo la quale il produttore non garantisce più.
La data deve indicare:
• il giorno, il mese e l’anno per i prodotti conservabili per meno di 3 mesi;
• solo il mese e l’anno per gli articoli conservabili tra i 3 e i 18 mesi;
• solo l’anno per alimenti conservabili per più di 18 mesi.

L’indicazione non è invece obbligatoria per i prodotti ortofrutticoli freschi, i vini, l’aceto, i superalcolici, il sale da cucina e lo zucchero.

Per i prodotti che hanno bisogno di una particolare conservazione (ad esempio i surgelati) la modalità deve essere sempre indicata, così come il loro corretto utilizzo.

Provenienza e produttore
Un’altra informazione da tenere in considerazione è la provenienza del prodotto. devono sempre apparire in modo leggibile e chiaro il nome del produttore, la sua sede e quella dell’impianto di produzione o confezionamento.
Grazie a queste informazioni possiamo infatti rintracciare la filiera e poterci informare sull’affidabilità del suo produttore. Sono inoltre utili nel caso in cui ci si trovasse davanti ad un prodotto difettoso: è possibile segnalare agli organismi competenti il lotto di produzione grazie alla quale si può risalire alla sua provenienza.

Etichette ingannevoli
Le etichette di tutti prodotti devono essere chiare e leggibili in modo da non trarre in inganno il consumatore.
Un’etichetta può risultare ingannevole quando vengono attribuite al prodotto proprietà ed effetti che non possiede. Un esempio molto comune è quello dei prodotti presentati come “snellenti” o “dimagranti”.

I prodotti biologici
È bene essere sicuri prima di acquistare un prodotto biologico che lo sia veramente, presando attenzione all’etichetta: esistono criteri ben precisi a cui i produttori di prodotti biologici devono attenersi.
È dunque obbligatorio che in tutte le fasi di produzione vengano seguiti i criteri relativi al metodo biologico:
• i prodotti bio non possono contenere OGM;
• non possono essere stati sottoposti a radiazioni;
• è vietato anche l’uso di additivi (a parte alcune eccezioni).