Deposito cauzionale per imballaggi plastici: ecco come funziona


In questi anni potresti aver sentito parlare del deposito cauzionale per diversi imballaggi, come ad esempio le bottiglie di plastica, senza però interessanti al tema o avere in mente di che cosa si tratti nello specifico. Ebbene, il deposito cauzionale rappresenta una delle soluzioni più efficaci e attualmente diffuse per affrontare il problema della gestione dei rifiuti plastici.

Ma di cosa si tratta esattamente e come funziona?

Il deposito cauzionale (o DRS, acronimo inglese per Deposit Return Scheme) è un sistema di gestione dei rifiuti che prevede l’applicazione di una piccola tassa aggiuntiva sul prezzo di vendita di alcuni prodotti, come ad esempio le bottiglie di plastica. Questa tassa, che può variare da 10 a 25 centesimi a seconda del paese e della tipologia di contenitore trattata, viene rimborsata al consumatore quando restituisce l’imballaggio vuoto in un punto di raccolta designato. Bisogna ricordare che esiste un’altra pratica simile applicata in diversi paesi, il cosiddetto vuoto a rendere che, pur funzionando in maniera analoga si differenzia per il fine. In questo caso il consumatore paga un sovrapprezzo sul prodotto acquistato e ottiene un rimborso completo al momento della restituzione dell’imballaggio vuoto. Questa tecnica porta a un riutilizzo diretto dell’imballaggio (spesso bottiglie in vetro, più raramente in PET) con conseguente restituzione al fornitore, mentre il deposito cauzionale è finalizzato al riciclo e al recupero delle materie prime.

Il processo di funzionamento del deposito cauzionale è relativamente semplice: quando il consumatore acquista una bevanda in una bottiglia di plastica, paga il prezzo del deposito cauzionale oltre a quello del prodotto. Dopo aver consumato il contenuto della bottiglia, può restituire la bottiglia vuota in un punto di raccolta ricevendo indietro il deposito cauzionale pagato al momento dell’acquisto. Sebbene si tratti di pochi centesimi, questa pratica ha un importante impatto sulla sensibilizzazione in ambito ambientale e causa un ulteriore riciclo delle materie prime.

Ma come avviene il processo di recupero delle materie prime?
Il viaggio degli imballaggi verso una nuova vita incomincia nei punti di raccolta, che possono essere supermercati, negozi, oppure distributori automatici appositi che accettano le bottiglie vuote e rilasciano un buono o un rimborso in contanti.
Dopo che le bottiglie vengono restituite nei punti di raccolta vengono prelevate e trasportate agli impianti di riciclo dove, successivamente alla fase di selezione e cernita per tipologia e colore delle bottiglie, avvengono la pulizia e la frammentazione in materie prime, cui seguirà l’effettivo processo di riciclo e produzione di nuovi prodotti plastici, come ad esempio nuove bottiglie, fibre tessili o materiali da costruzione.
Questo processo chiude il ciclo del riciclo, riducendo drasticamente la quantità di plastica che finisce nelle discariche o negli oceani e promuovendo un uso più sostenibile delle risorse.

Diversi paesi hanno già implementato con successo il sistema del deposito cauzionale, ottenendo risultati significativi nella riduzione dei rifiuti plastici. Tra gli esempi più efficaci per spiegare la portata del fenomeno c’è sicuramente quello della Germania: il sistema tedesco, introdotto nel 2003, è infatti uno dei più efficienti al mondo. Con un tasso di ritorno delle bottiglie superiore al 98%, la Germania ha ridotto drasticamente la dispersione di plastica nell’ambiente.
Anche la Norvegia vanta un sistema estremamente efficace, con un tasso di ritorno delle bottiglie di plastica del 97%. Il paese ha sviluppato una rete di macchine automatizzate per la raccolta, rendendo il processo semplice e conveniente per i consumatori.
A questi segue il modello della Svezia, presente nel paese sin dagli anni ’80 e ampliato nel tempo per includere una vasta gamma di contenitori. Attualmente, la Svezia recupera oltre l’85% delle bottiglie di plastica immesse sul mercato.
In Danimarca invece il sistema – implementato nel 2002 – copre non solo le bottiglie di plastica, ma anche lattine e altri tipi di contenitori. Il tasso di recupero è molto elevato, intorno al 90%.

Questi esempi dimostrano che il deposito cauzionale è una strategia vincente per incentivare il riciclo, ridurre l’inquinamento plastico e allo stesso tempo sensibilizzare la popolazione sulla tutela ambientale.

Per quanto riguarda l’Italia, sembra che l’introduzione di questa pratica non sia prossima; tuttavia è difficile escludere che, nel giro di qualche anno, anche l’Italia si dovrà adeguare alle politiche europee sullo smaltimento e riciclo consapevole dei rifiuti come già altri Paesi. Nel mese di aprile è infatti stato approvato dalla Comunità Europea il Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio (con acronimo PPWR – Packaging and Packaging Waste Regulation), che pone particolare attenzione al riciclo degli imballaggi plastici, oltre a stabilire quali di questi spariranno gradualmente nei Paesi dell’Unione. Sulla base di quanto stabilito nel Regolamento, viene imposto un graduale abbandono degli imballaggi plastici monouso nel corso dei prossimi tre anni, e stando a quanto previsto dall’art.44, i Paesi Membri dovranno conseguire entro il 2029 il 90% di intercettazione di bottiglie in plastica e lattine, e istituire un deposito cauzionale nel caso in cui non venisse raggiunto tale obiettivo negli anni precedenti.

Quando verrà introdotto, il deposito cauzionale italiano seguirà un modello simile a quello adottato in altri paesi europei. Ecco una panoramica di come funzionerà:

  • Applicazione del deposito: al momento dell’acquisto di bevande in bottiglie di plastica, i consumatori pagheranno un deposito cauzionale, il cui importo esatto sarà stabilito dal governo. Si prevede che il deposito varierà tra i 10 e i 25 centesimi per bottiglia, a seconda delle dimensioni.
  • Punti di raccolta: le bottiglie vuote potranno essere restituite in numerosi punti di raccolta sparsi su tutto il territorio nazionale. Questi includeranno supermercati, negozi di alimentari, distributori automatici e centri di raccolta comunali.
  • Rimborso del deposito: una volta restituita la bottiglia, i consumatori riceveranno un rimborso pari al deposito pagato. Il rimborso potrà avvenire sotto forma di denaro contante, buoni spesa o sconti sugli acquisti successivi.
  • Gestione e riciclo: le bottiglie raccolte verranno inviate a impianti di riciclo specializzati, dove verranno trasformate in nuovi prodotti plastici, riducendo così la quantità di plastica che finisce nelle discariche o negli oceani.

L’introduzione del deposito cauzionale in Italia avrebbe diversi obiettivi: intanto, incentivando la restituzione degli imballaggi monouso, si ridurrà la quantità di plastica dispersa nell’ambiente (che attualmente solo in Italia ammonta a 4 milioni di tonnellate, di cui oltre l’80% proviene dall’industria degli imballaggi, stando a quanto riporta una recente ricerca del WWF). Di conseguenza, con l’aumento della la quantità di plastica riciclata, si contribuirà a un uso più sostenibile delle risorse.
Bisogna tenere in considerazione anche l’altro punto cardine di questa pratica: il sistema aiuterà infatti a sensibilizzare i cittadini sull’importanza del riciclo e della gestione responsabile e più consapevole dei rifiuti, in un’ottica incentrata sulla salvaguardia ambientale.

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