Vino invecchiato in botte: tutto ciò che bisogna sapere


Le botti, a differenza dei contenitori in acciaio, permettono il passaggio dell’aria e, in questo modo, il vino nel legno invecchia meglio. L’ossigenazione dà al vino alcune caratteristiche particolari. Grazie a questo articolo è possibile saperne di più.
L’importanza del legno
Il ruolo del legno nella produzione del vino è quasi fondamentale. Le botti sono impermeabili ai liquidi ma non ai gas: questo permette all’ossigeno di penetrare nella botte e di dare al vino un colore deciso e un aroma più equilibrato ed evoluto.

Una volta conclusa la fase di fermentazione, il vino deve essere affinato e viene messo in recipienti di diversi materiali e grandezza, generalmente in acciaio inox. Alcuni vini però invecchiano meglio in recipienti di legno.
Generalmente l’invecchiamento in legno è una tecnica particolarmente ricercata per i vini rossi. I vini restano nelle botti per un periodo di tempo che in genere va da 6 a 12 mesi, per alcuni vini però può durare anche diversi anni.
Non è previsto solitamente un passaggio nel legno nel caso dei vini bianchi.

Quando il vino è conservato in botti di legno, acquista limpidezza molto più facilmente rispetto alla conservazione in vasca di acciaio. Il legno di per sé, contiene e libera diverse sostanze volatili che conferiscono al vino aromi diversi e non è in grado di conferire una qualità che non sia già presente nel vino.

Il legno migliore
In alternativa alle botti, la legge consente di utilizzare frammenti di rovere di diverse forme e dimensioni, i cosiddetti trucioli chips.
Essi devono possedere per legge alcune caratteristiche:
– devono provenire esclusivamente da piante di quercia;
– non devono liberare quantità di sostanze che potrebbero comportare rischi per la salute;
– non devono aver subito trattamenti diversi dal riscaldamento;
non devono aver subito combustione;
non devono contenere carbone;
non devono essere friabili al tatto.

La legge non obbliga a indicare in etichetta l’utilizzo eventuale di pezzi di legno di quercia, quindi non è possibile sapere se il produttore li ha impiegati o meno.

In Italia, l’utilizzo dei trucioli è vietato per i vini Doc e Docg, è concesso invece per i vini IGT e i vini generici.