Tra le recenti misure anti-crisi per sostenere famiglie e aziende e fronteggiare l’attuale situazione economica negativa sono stati istituti presso le varie prefetture regionali speciali Osservatori del Credito.
Tali organismi hanno il compito di monitorare l’andamento del mercato del credito sulla base dei dati forniti da organizzazioni e privati.
Alla loro attività partecipano rappresentanti di varie categorie: ad es. Abi (Associazione Bancaria Italiana), associazioni di consumatori, rappresentanti dei lavoratori ecc. Quando vengono trattati temi specifici possono partecipare alle riunioni anche altri soggetti invitati dal presidente dell’Osservatorio.
Per il caso specifico di famiglie e imprese che si ritengano danneggiate nell’erogazione del credito da parte di banche o intermediari finanziari, le Prefetture hanno messo a disposizione sui loro siti internet due moduli distinti per fare segnalazioni e reclami.
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Ancora sui mutui: ma la rata di gennaio era giusta?
Come noto, l’articolo 2 del decreto legge n. 185/2008 (convertito nella legge n. 2/2009), nell’ambito di una serie di misure urgenti a sostegno delle famiglie, ha stabilito che, per tutto il 2009, alla rate mensili dei mutui non si può applicare un interesse superiore al 4% annuo.
Tale tetto massimo si applica ai mutui ipotecari a tasso non fisso stipulati (prima del 31 ottobre 2008) per l’acquisto di una prima casa, che alla prima rata avessero applicato un interesse (comprensivo di spread) non superiore al 4%.
Questa soglia, proprio per aiutare le famiglie in difficoltà, è stata imposta con un provvedimento di urgenza e doveva spiegare i propri effetti sin dalla rata di gennaio 2009.
Da dicembre 2008 si sono succedute due circolari del Ministero dell’Economia contenenti chiarimenti, ma ancora (mancando, a loro parere, una circolare delle Agenzia delle Entrate) quasi tutte le banche non si sono ancora adeguate alla normativa.
Mutui: tasso fisso o variabile?
Ovviamente non esiste una regola universalmente valida.
Si può iniziare dicendo che la scelta tra tasso fisso e tasso variabile dipende dalla nostra propensione al rischio: se accettiamo la possibilità di un aumento delle rate del nostro mutuo (nell’ottica di risparmiare quando i tassi sono bassi) allora possiamo orientarci verso il tasso variabile. Se invece non dormiamo la notte per il timore della quotazione Euribor che leggeremo l’indomani mattina sul giornale, allora è meglio che ci orientiamo verso il tasso fisso.