Il futuro dell’energia è legato alla transizione verso fonti rinnovabili e un ruolo fondamentale sarà indubbiamente rivestito dal fotovoltaico. Tra burocrazia complessa e la circolazione di falsi miti c’è ancora troppo scetticismo nei confronti di questa nuova tecnologia.
Proviamo a chiarire i principali dubbi riguardo all’impiego di pannelli fotovoltaici.
Il fotovoltaico riduce davvero le emissioni di CO2?
Assolutamente sì! È vero, infatti, che per costruire pannelli fotovoltaici è necessaria una grande quantità di energia, ma gli stessi cominciano a essere puliti e rinnovabili al 100% dopo meno di un anno dall’avviamento, quando cioè si compensa l’energia utilizzata per la loro produzione.
Come si smaltiscono i pannelli fotovoltaici a fine vita?
Spesso vengono sollevate criticità legate al problema dello smaltimento, ma al contrario di quanto si pensa, ad oggi esiste una normativa che, per quanto complessa, ne indica in maniera esaustiva il processo e, a seconda dei casi, di ogni pannello si riesce a riciclare una percentuale dell’80-90%.
Come funzionano gli impianti fotovoltaici in assenza di luce solare?
Grazie alla presenza dell’accumulatore. Tale dispositivo permette di immagazzinare l’energia prodotta durante le ore di luce e utilizzarla quando se ne ha bisogno, ossia durante la notte e in assenza di sole a causa delle condizioni meteorologiche.
È vero che per la costruzione di impianti fotovoltaici vengono sottratti terreni potenzialmente coltivabili?
Per raggiungere gli obiettivi di riduzione di gas serra entro il 2030 è necessaria una superficie agricola di 39 mila ettari, ossia soltanto un terzo dei terreni che ogni anno vengono abbandonati e solo lo 0,24% della superficie agricola totale. Lo spazio quindi non è un grosso problema, soprattutto se si considera anche l’aumento della diffusione dell’agri-voltaico, un sistema che permette di coltivare il suolo al di sotto dei pannelli fotovoltaici.
“Dietro agli incendi c’è il business del fotovoltaico” è una FAKE NEWS! I terreni che sono stati danneggiati da un incendio non possono essere utilizzati per almeno 10 anni, neppure per la costruzione di impianti fotovoltaici.
Il paesaggio e la biodiversità vengono salvaguardati?
Sì, esistono infatti vincoli che non permettono l’installazione di pannelli a terra su aree protette o di pregio paesaggistico e naturalistico.
È possibile installare un pannello fotovoltaico in un condominio?
La legge 11 dicembre 2012, n. 220, riconosce il diritto di installare impianti fotovoltaici sia per i singoli condomini, sia per l’intero condominio.
“Il costo dell’installazione è troppo elevato e gli impianti necessitano di eccessiva manutenzione…” Sarebbe più corretto parlare di investimento e non di costo. Tenendo presente i risparmi sulla bolletta, il periodo di vita dell’impianto e degli eventuali incentivi e detrazioni proposti dal Governo, la spesa verrà ben oltre ripagata. Il ritorno sull’investimento dipende da numerosissime variabili, ma avverrà all’incirca dopo 6-8 anni. Inoltre, se si procede a controlli e verifiche costanti, non ci sarà bisogno di alcuna gravosa manutenzione straordinaria.
Il fotovoltaico svolgerà dunque un ruolo fondamentale per la green economy e per garantire un futuro più pulito e sostenibile, capace di coniugare efficienza, sostenibilità e risparmio energetico.
Articolo realizzato nell’ambito del programma generale della Regione Lombardia finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico ai sensi del D.M. 10.08.2020.