Oggi vogliamo comunicarvi l’avvio di un procedimento istruttorio nei confronti di SEO Marketing SL adottato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ai sensi dell’art. 6, del Regolamento sulle procedure istruttorie in materia di pubblicità ingannevole e comparativa, pratiche commerciali scorrette, violazione dei diritti dei consumatori nei contratti, violazione del divieto di discriminazioni e clausole vessatorie.
Il procedimento avviato dall’Autorità vede interessata SEO Marketing SL, società che opera nel settore pubblicitario e delle pubbliche relazioni, con sede in Spagna.
Vediamo di cosa si tratta
La procedura è stata avviata a seguito di segnalazioni da parte di microimprese, le quali hanno ricevuto a mezzo posta dei moduli scritti in lingua inglese che dovevano essere compilati con i propri dati e rispediti all’indirizzo indicato al fine di essere inseriti in una banca dati accessibile tramite internet. I moduli che le varie imprese si sono visti recapitare erano di tre tipi, ma il cui mittente era riconducibile alla stessa società dato che i recapiti dove inviare il modulo compilato erano identici.
I moduli avevano una struttura analoga e come abbiamo già detto prima, erano scritti in lingua inglese, in primis era posto il logo, poi veniva indicato il destinatario della comunicazione, per di più in modo a dir poco generico con un semplice “Dear Company” o “Dear Sirs” oppure a volte inesistente, poi si leggeva il corpo del testo che nella parte finale indicava l’indirizzo dove inviare il modulo compilato, corrispondente tra l’altro ad una casella postale olandese. Al centro della pagina c’erano due riquadri, quello a sinistra si riferiva all’attività economica svolta dall’impresa e quello a destra riguardava i propri dati. Infine nell’ultima parte, ovviamente scritto con un carattere molto piccolo, si notava un unico paragrafo che occupava solo il 7% della pagina con la dicitura “order” e solo in questo testo di poteva capire che ci si trovava di fronte ad una vera e propria proposta commerciale e che firmando si avrebbe sottoscritto un abbonamento triennale ad una banca dati, al costo di 995 euro per ciascun anno.
Decorse varie settimane dall’invio del modulo, precludendo così alle imprese di esercitare il loro diritto di recesso, queste ricevevano la fattura per pagare la prima annualità dell’abbonamento ed in caso di mancato pagamento iniziavano a ricevere periodicamente dei solleciti con l’aggiunta di ulteriori spese.
Si tratta di una pratica commerciale con cui tale società ha indotto le microimprese a sottoscrivere un abbonamento ad un servizio di annunci pubblicitari non richiesto e può anche essere considerata una pratica commerciale aggressiva, data l’insistenza nei solleciti di pagamento.