Cibi scaduti: sono ancora commestibili?

Evitare gli sprechi alimentari è sicuramente un imperativo di tutte le famiglie italiane, oggi più che mai.
Dopo il periodo di spese intense tipico delle feste, i consumi calano drasticamente e nei supermercati si possono trovare svariate offerte e promozioni.
A differenza degli altri beni di consumo, però, i cibi si deteriorano più o meno rapidamente, perdendo  i loro valori nutrizionali e le loro caratteristiche organolettiche.
Ma con qualche accortezza, considerando anche la differenza tra la dicitura “da consumarsi entro” e la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”, si possono ancora fare degli acquisti risparmiosi e intelligenti.
Ecco allora alcuni consigli e semplici regole da seguire per mangiare senza sprechi, ma anche senza rischi per la salute.

Alimenti da consumarsi preferibilmente entro
Sono per lo più cibi secchi o liquidi, come i succhi di frutta e l’olio. La data che trovate sulla confezione indica il c.d. termine minimo di conservazione: superato tale giorno comincia un lento decadimento delle loro qualità, ma tali cibi sono ancora commestibili. L’importante è che siano stati conservati in maniera corretta.
Il tonno, ad esempio, è ancora mangiabile anche uno o due mesi dopo il termine di conservazione.
Pesce e carne surgelati sono buoni fino a due mesi dopo la scadenza del termine.
Le bevande, in particolare i succhi di frutta, sono buoni fino a 6 mesi dopo.
Per l’olio c’è tempo ancora un anno dopo che sono trascorsi 18 mesi dall’imbottigliamento.
I biscotti perdono sapore e fragranza dopo un mese dalla scadenza del termine. Pasta e riso dopo due mesi.

Alimenti da consumarsi entro il tale giorno di tale mese
Sono i cibi che vanno consumati entro e non oltre la data di scadenza indicata sulla confezione, data oltre la quale perdono le loro qualità sia nutrizionali che organolettiche e potrebbero anche diventare nocivi. Alcuni esempi: latte e suoi derivati, verdura confezionata (es. insalata in busta), pasta fresca.
Con alcuni accorgimenti e con un po’ di attenzione, però, è possibile mangiare alcuni di questi cibi (se adeguatamente conservati) anche alcuni giorni dopo la scadenza.
Lo yogurt, ad esempio, può essere consumato fino ad una settimana dopo la scadenza, anche se nel frattempo ha perso alcune qualità e in particolare i fermenti lattici.
Il latte fresco ha una durata extra di un solo giorno.
Le uova due o tre giorni, non di più (il guscio diventa permeabile e aumenta il rischio di contaminazioni, meglio non rischiare).

Alimenti senza data di scadenza
In questa categoria vi rientrano sia alimenti molto resistenti al tempo che passa, come lo zucchero, il sale, l’aceto, gli alcolici, sia alimenti facilmente deperibili, come il pesce fresco e la carne.
Per questi ultimi è consigliabile un consumo in tempi rapidi: 4 o 5 giorni dalla cattura per il pesce fresco (7 giorni se confezionato), 5-6 giorni per la carne (1 o 2 giorni dal confezionamento se si tratta di fettine sottili tipo carpaccio o carne trita).

Al di là di tutti questi dati e queste cifre, per decidere se mangiare o meno un alimento è importante verificare che:
1) sia stata conservato correttamente (per gli alimenti freschi è proprio la legge che impone di indicare le modalità di conservazione);
b) se aperto: abbia un “bel colorito” e non presenti muffe;
c) se ancora sigillato: la confezione non presenti strani odori o rigonfiamenti.

Bisogna ricordare, infine, di fare maggiore attenzione nei mesi estivi: col caldo i prodotti possono deperire più velocemente, quindi il consiglio è quello di anticiparne il consumo il più possibile, senza aspettare la data di scadenza.