Formato mini? Non conviene quasi mai..

Monodosi, miniporzioni e travel size vanno per la maggiore nella stagione estiva.
Per gli alimenti, la motivazione può essere la deperibilità dei cibi freschi che col caldo aumenta.
Per altri tipi di prodotti, ad esempio i cosmetici, il formato mini è adatto soprattutto per chi va in vacanza, anzi, è addirittura imposto per viaggiare in aereo col solo bagaglio a mano.

Ma la convenienza, nel rapporto quantità-prezzo, è decisamente inferiore rispetto ai formati famiglia e alle c.d. “maxi-taglie”.
Capita spesso di scegliere le confezioni piccole per risparmiare un po’, ma il risparmio è effettivo solo quando si tratta di un prodotto che deperisce rapidamente oppure di un prodotto che si utilizza poco. In questi casi i formati più piccoli costano un pochino meno e comunque consento di evitare gli sprechi.
Negli altri casi, la regola generale è questa: maggiore è la quantità di prodotto, minore è il prezzo ad esempio al chilo o al litro, ridotti sono gli imballaggi e le confezioni da smaltire.
Un esempio lampante: il the freddo, il prezzo al litro della singola lattina o dei brick monoporzione è di oltre il doppio rispetto a quello della bottiglia da un litro e mezzo è di oltre il doppio!

E per chi viaggia? Continua a leggere

Cibi scaduti: sono ancora commestibili?

Evitare gli sprechi alimentari è sicuramente un imperativo di tutte le famiglie italiane, oggi più che mai.
Dopo il periodo di spese intense tipico delle feste, i consumi calano drasticamente e nei supermercati si possono trovare svariate offerte e promozioni.
A differenza degli altri beni di consumo, però, i cibi si deteriorano più o meno rapidamente, perdendo  i loro valori nutrizionali e le loro caratteristiche organolettiche.
Ma con qualche accortezza, considerando anche la differenza tra la dicitura “da consumarsi entro” e la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”, si possono ancora fare degli acquisti risparmiosi e intelligenti.
Ecco allora alcuni consigli e semplici regole da seguire per mangiare senza sprechi, ma anche senza rischi per la salute. Continua a leggere

Etichette alimentari incomprensibili? L’Ue dice basta!

Tutti conoscono l’importanza dei valori nutrizionali e degli ingredienti contenuti nei prodotti alimentari, specialmente nei cibi confezionati e industriali, ma quanti ne riescono a comprendere il significato per una scelta davvero consapevole? Quanti sono soddisfatti delle informazioni e delle spiegazioni che trovano sulle etichette? Solo un italiano su due!
Tanti, invece, ritengono che le indicazioni non siamo sempre veritiere e che la loro finalità sia più pubblicitaria che di informazione del consumatore.
Alle volte, poi, i caratteri delle diciture sono talmente piccoli che non bastano gli occhiali, ci vorrebbe la lente di ingrandimento.

Fortunatamente le diciture incomprensibili hanno i giorni (o i mesi) contati: il 22 novembre scorso è stato pubblicato il Regolamento europeo sulle etichette alimentari che introduce nuove regole all’insegna della tutela della salute e degli interessi in generale dei consumatori.

Obiettivi della nuova normativa comunitaria sono: informazione, trasparenza, chiarezza, tracciabilità e non ingannevolezza.
Ecco alcune delle principali novità: Continua a leggere

Occhio agli additivi negli alimenti e bevande


Gli additivi  servono per rendere più appetibile il prodotto da vari punti di vista, ma non sempre sono utili per la nostra salute: alcuni possono essere infatti nocivi, soprattutto se assunti in grandi quantità (magari perchè presenti in molti cibi consumati in un giorno), altri sono innocui, ma tutti sono piuttosto inutili dal punto di vista nutrizionale.

Spesso gli additivi vengono indicati in etichetta con un numero a tre cifre preceduto dalla lettera E (indicativa del fatto che sono consentiti nei Paesi dell’UE). Altre volte, invece, viene scritto per esteso il loro “nome scientifico”, che li “camuffa” meglio tra i vari ingredienti.
Facciamo qualche esempio…

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Coloranti: quando si mangia con gli occhi

La maionese è gialla, la coca cola marrone, lo yogurt alla fragola e il succo d’uva sono rossi, il the verde e il gelato al pistacchio sono verdi, i gamberetti sono rosa.
Quando si tratta di mangiare, anche l’occhio vuole la sua parte. Nell’immaginario collettivo, infatti, ogni alimento deve avere il suo colore, altrimenti non è buono o non è fresco.
In realtà, non è sempre così, anzi, per i prodotti industriali le tonalità forti generalmente sono indice non tanto di freschezza, quanto di una considerevole presenza di coloranti. Continua a leggere

Sorpresine e giochi gustativi

Una strategia di marketing molto utilizzata dai produttori di merendine, cioccolate ed altri dolci destinati ai bambini è quella di abbinare a tali prodotti alimentari delle “sorpresine”, ovvero dei piccoli giochi, spesso da “costruire” seguendo semplici istruzioni. Si tratta di oggetti molto ricercati anche dai collezionisti che arrivano a spendere pure cifre elevate per avere le “collezioni” di anni passati.
Come tutti i giocattoli anche questi “giochini” devono essere a norma, ovvero riportare il marchio CE che ne garantisce la conformità alle norme europee, oltre a soddisfare i normali requisiti di igiene e pulizia in modo da evitare rischi di infezione, malattia e contaminazione. Inoltre, viste le loro dimensioni piuttosto ridotte, non dovrebbero essere adatti ai bambini sotto i tre anni che non possiedono ancora buone capacità manipolative e costruttive e potrebbero inavvertitamente ingerirli.

La direttiva Ce n. 48 del 2009 sulla sicurezza dei giocattoli (che dovrà essere attuata dagli Stati membri entro il 20 luglio 2011) aggiorna la normativa di settore, tenendo conto anche dello sviluppo tecnologico degli ultimi anni. Continua a leggere