Vacanza rovinata

Se la vacanza si rivela più stressante del lavoro…

Quando si sceglie la meta del proprio viaggio ci si affida spesso alle illustrazione e descrizioni contenute nei depliant di agenzie e tour operator.
Purtroppo, però, una volta giunti sul posto, possono capitare spiacevoli sorprese: la zona non corrispondeva a quella pubblicizzata, l’albergo apparteneva ad una categoria inferiore, la spiaggia era sporca e l’acqua torbida, le attrezzature sportive erano scadenti o addirittura inesistenti, la stanza d’albergo era poco pulita e senza ricambio della biancheria, i cibi avariati determinavano un soggiorno coatto in camera, ecc. ecc..
Insomma, sono molti gli inconvenienti che possono letteralmente rovinare la tanto attesa vacanza, determinando uno stato di stress, disagio e frustrazione ampliato, magari, dall’irripetibilità dell’occasione (si pensi al viaggio di nozze) oppure dalla consapevolezza che per avere nuove ferie (garantite dalla Costituzione quale diritto inviolabile e irrinunciabile del lavoratore) bisognerà attendere un altro anno di duro lavoro…

Fortunatamente accanto al tipico danno patrimoniale da inadempimento contrattuale, la giurisprudenza è ormai propensa a riconoscere, anche sulla base della normativa internazionale e comunitaria in tema di viaggi e pacchetti all inclusive, in favore del turista-consumatore “fregato” il diritto al risarcimento di quel danno morale, o meglio non patrimoniale, noto come “danno da vacanza rovinata”. Tale voce comprende tutti i pregiudizi e disagi subiti dal turista per “non aver potuto godere pienamente della vacanza come occasione di svago e riposo conforme alle proprie aspettative”.

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Settembre: voglia di funghi

L’estate sta finendo, il caldo torrido lascia spazio alle temperature più miti e alle prime piogge di inizio autunno, il clima ideale per quei particolari “frutti” del bosco, o meglio del sottobosco, che sono i funghi.

Proprietà nutrizionali quasi nulle ma tanto gusto, pochi grassi e una ricca varietà di specie e di ricette: dai porcini agli ovoli, dalle mazze di tamburo ai galletti, funghi secchi, sott’olio o sott’aceto, fritti o nel risotto.
Il loro difetto è la scarsa digeribilità, per questo è consigliabile un consumo attento e non eccessivo. Soltanto poche specie possono essere mangiate a crudo, nella maggior parte dei casi è necessaria una cottura o comunque una bollitura in acqua salata in modo che l’alta temperatura elimini le componenti velenose c.d. “termolabili”.

Per evitare veri e propri avvelenamenti così come intossicazioni anche lievi è assolutamente necessario accertarne la commestibilità. Dal momento che molti funghi tossici hanno un aspetto  simile a quelli mangerecci, è consigliabile in ogni caso rivolgersi agli ispettorati micologici istituiti presso le Asl per farli esaminare gratuitamente ed ottenere un attestato di commestibilità corredato da utili indicazioni per il corretto consumo.
I principali funghi commestibili sono i porcini, gli ovoli, i chiodini, i prataioli, i gallinacci e le mazze di tamburo.

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