In piazza per i diritti del malato

Il 18 marzo la Casa del Consumatore chiama a raccolta gli anziani della Puglia contro la terapia del dolore a pagamento.

Con una legge di quattro righe la Regione Puglia ha tagliato i rimborsi delle cure riabilitative penalizzando anziani e fasce deboli: dal primo marzo i malati cronici devono pagarsi la riabilitazione di tasca propria o “passare” ai medicinali.

Domani mattina, davanti alla sede della Presidenza della Giunta regionale della Puglia, è stata promossa una manifestazione a cui parteciperanno i malati cronici che si fanno assistere dalla Casa del Consumatore Puglia per tutelare al meglio il diritto alla cura del dolore non a pagamento.

Tutti  chiedono di abolire una norma contenuta nella recente legge omnibus (introdotta a febbraio 2010) della sanità approvata dal Consiglio Regionale su proposta dell’Assessorato alla Salute.
Una norma che introduce una nuova tassa e/o spesa per le fasce deboli di reddito (in particolare pensionati ed invalidi civili permanenti e/o temporanei).

Con tale disposizione regionale, a partire dal primo marzo 2010, sono divenute a pagamento tutte una serie di cure fisiokinesiterapiche (laser, ultrasuoni, elettroterapia) per le quali, nella sola provincia di Bari, i 28 centri esistenti hanno erogato nel 2008 oltre 1 milione e 200 mila prestazioni, con un’incidenza pari al 40% di quelle complessivamente erogate e con un riflesso consistente su una larga fascia di pazienti.

In soldoni si parla di 20.000 persone che per lenire i dolori e/o curare malattie si recano ogni giorno in tutte le città della Puglia presso le strutture private e/o pubbliche (molte delle quali hanno un reddito della pensione minima sociale o peggio ancora pensione di invalidità) a cui viene chiesto da ora in poi di pagare le prestazioni se vogliono proseguire le terapie.

In particolare, l’art. 29 dell’Omnibus ha abrogato una norma regionale varata nel 2002 con la quale le prestazioni di laserterapia antalgica, elettroterapia antalgica (ad es. le TENS) e ultrasuonoterapia venivano incluse tra quelle a carico della Regione.

La scelta è stata avallata da una valutazione “scientifica”. In questi anni però decine di migliaia di pazienti si sono rivolti ai centri di riabilitazione per sottoporsi a tali cure antalgiche che, diversamente, avrebbero visto i pazienti interessati (in gran parte persone anziane affette da patologie croniche) ripiegare sui medicinali antidolorifici e antinfiammatori con due conseguenze: una di carattere sanitario attraverso le complicanze gastrointestinali derivanti dall’assunzione di nuovi farmaci; l’altra di carattere economico, attraverso un maggior esborso di denaro per le case pubbliche facendo così lievitare la spesa farmaceutica.

Per non parlare, poi, delle eventuali ricadute nei casi più “gravi” che potrebbero prevedere addirittura un ricovero con costi da capogiro (un giorno di degenza varia da 250 a 500 €).

“La scelta della Regione appare a dir poco impopolare”, afferma il presidente regionale pugliese e segretario nazionale della Casa del Consumatore Francesco Diciollo, “non solo per la circostanza che tali terapie sono ritenute valide perché inserite nella branca di terapia fisica e riabilitativa e utilizzate da decine di anni, ma soprattutto se si considera l’impatto economico di tali prestazioni”.

Fino al 28 febbraio scorso, una seduta di elettroterapia antalgica costava mediamente alla Regione € 3,05, una di laserterapia antalgica € 3,10 e una di ultrasonoterapia € 1,34. Tali costi, contenuti, sono fermi a tariffe approvate nel 1996, peraltro mai sottoposte ad alcun aggiornamento.

L’Assessorato alla Salute ha diramato una circolare con la quale ha inibito la prescrizione sui ricettari medici delle prestazioni di riabilitazione ora “cancellate”, abbattendo automaticamente i tetti di spesa assegnati alle strutture.

Insomma, per l’anno 2010 sono state escluse dai budget di riabilitazione gli importi erogati per tali prestazioni senza ipotizzare alternativa. Cosa faranno i pazienti che fino ad ora hanno usufruito di tali cure senza ricorrere né ai farmaci, né agli antinfiammatori, né andare a ricoverarsi in ospedale?
L’unica risposta è che se vogliono continuare ad usufruire di tali prestazioni devono pagare. E le fasce più deboli?

Non sono comprensibili le dichiarazioni rilasciate dall’Assessore Fiore circa l’inutilità di tali prestazioni o a difesa del provvedimento in nome di un “risparmio” che di fatto non avverrà.

La terapia del dolore è ormai legge dello Stato e come tale va rispettata, non si può chiedere a chi soffre di non curarsi più con le terapie di cui sopra ma viene chiesto in alternativa di prendere medicinali antidolorifici e/o antinfiammatori o peggio ancora se si volesse proseguire le terapie di pagare dai 40 a 50 Euro al mese erodendo la pensione minima sociale di circa il 15 % con un solo colpo.
C’è un’evidente asimmetria di poteri: da una parte poteri forti rappresentati da una classe dirigente che con un provvedimento intende cambiare la gestione della terapie del dolore e dall’altra chi è costretto a fare le file di ore per effettuare terapie senza prendere medicinali antidolorifici e/o antinfiammatori.

Per combattere questo disequilibrio, la Casa del Consumatore con tutti i suoi Uffici, Sportelli e  volontari ha iniziato a raccogliere firme contro questo provvedimento. La Casa del consumatore ha già dato mandato al proprio staff di legali per accertare se è possibile impugnare in ogni sede i provvedimenti regionali di cui sopra e tutelare i troppi diritti violati nel nome di un non chiaro interesse al risparmio di spesa.

In tutte le città della Puglia si stanno raccogliendo sottoscrizioni da parte dei pazienti e utenti di terapie per il dolore, per dare voce al silenzio dignitoso di chi deve gestire il dolore e dare un equilibrio alla propria quotidianità.

Mentre si scrive, in appena due giorni si è arrivati in due città della Puglia a 700 firme e si andrà ancora avanti in almeno altre venti città della Puglia; al raggiungimento delle prime 10.000 firme (si conta di raccoglierle in pochi giorni, dato che sono 20.000 le persone che ogni giorno che si curano in Puglia con tali terapie), saranno inviate le sottoscrizioni sia alla presidenza della Giunta Regionale sia all’Assessorato alla Sanità sia al Ministero della Salute e presso tutti gli organi competenti.