Mercato libero, mercato tutelato
Cosa succede se cambio fornitore di gas o elettricità? Come faccio a capire se ci guadagno?
Sappiamo che l’introduzione di concorrenza e mercato nei settori dell’energia elettrica e del gas ha comportato per i clienti la possibilità di scegliere fornitori diversi da quello “storico”. In particolare, anche le famiglie possono cambiare il fornitore domestico di gas (dal 2003) e di elettricità (dal 2007).
La scelta di un nuovo fornitore non richiede interventi tecnici, nuovi allacciamenti, né sostituzioni del contatore. Il nuovo fornitore infatti ha diritto di usare la stessa rete e gli stessi apparati di misura di quello vecchio, a condizioni economiche regolate e uguali per tutti i fornitori.
Ma chi fornisce i clienti che non hanno mai scelto un nuovo fornitore? E a quali condizioni contrattuali?
I venditori dei clienti che non hanno cambiato operatore sono le società “eredi” di quelle che avevano il monopolio locale della fornitura prima dell’apertura del mercato. Per esempio, un milanese che non abbia mai cambiato operatore elettrico compra elettricità da A2A, perché AEM (confluita in A2A) è la società che prima della liberalizzazione gestiva sia la rete sia l’intera fornitura di energia elettrica nel milanese.
Veniamo ora alle condizioni economiche della fornitura di chi non ha scelto un nuovo peratore. Esse sono di un tipo specifico, chiamato “tutela” (o “maggior tutela” nel caso dell’elettricità), e si basano su tariffe stabilite dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, l’organo istituzionale che vigila sul comportamento degli operatori sui mercati dell’energia.
Attenzione: il concetto di “tutela” non implica maggiore convenienza, ma garanzia di un trattamento equo secondo l’Autorità rispetto ai costi che la filiera energetica sostiene per fornire il cliente.
È infatti possibile, anzi probabile, che in regime di “mercato libero” (cioè rinunciando al trattamento standard ereditato dall’era pre-mercato) i clienti possano spuntare offerte più vantaggiose. Ma la valutazione di queste offerte dipende necessariamente dalle prospettive e dal metro di valutazione del cliente. Le offerte nel mercato libero, infatti, sono le più diverse tra loro. Possono includere per esempio forme di fissazione del prezzo, sganciandolo dalle fluttuazioni degli indici cui è legata la tariffa tutelata. Possono includere sconti che si applicano a certi scaglioni di consumo, o altre personalizzazioni.
Confrontare a priori un’offerta sul mercato libero con una nel tutelato quindi è una forma di “scommessa informata”, che va fatta analizzando con attenzione la proposta del nuovo fornitore e chiedendo di farsi spiegare in che modo il prezzo potrà variare, rispetto a come varierebbe la tariffa tutelata, e avendo chiaro qual è il proprio stile di consumo (quali quantità annue e, se esaminiamo un’offerta elettrica per fasce orarie, in quali proporzioni tra le diverse fasce orarie).
In altri termini: se siamo una famiglia o un’impresa che ha interesse ad analizzare il proprio stile di consumo energetico (atteggiamento sempre consigliabile) e a fare ipotesi su come si muoveranno grosso modo i prezzi dei combustibili a cui si agganciano sia la tariffa tutelata sia molte delle formule di prezzo sul mercato libero, allora il mercato libero fa per noi.
Le opportunità del resto sono molte, limitate solo dalla fantasia delle aziende. Modalità di fatturazione personalizzate, fissazione anticipata del prezzo, offerte combinate per elettricità e gas, formule multiorarie personalizzabili sono solo alcune delle possibilità. Occorre solo valutarle con calma, e scegliere.
È indispensabile soppesare ogni offerta simulandola su un andamento dei consumi tipico, per esempio quello dell’anno precedente, e verificando coi parametri dell’anno precedente se si spenderebbe di più o di meno.
Ci si può fare aiutare dal sito dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas accedendo all’utile sistema “trova offerte” nella sezione “consumatori” del sito. Sempre in questa sezione si troverà materiale informativo e un numero telefonico gratuito per avere informazioni introduttive sulla liberalizzazione dei mercati dell’energia.
Un consiglio: esigiamo chiarimenti a fronte della promessa di sconti notevoli: quando ci sono, tipicamente questi sconti si applicano a singole componenti del prezzo (per esempio la parte che remunera il solo approvvigionamento di materia prima, al netto delle accise) e quindi possono rivelarsi deludenti rispetto alla bolletta complessiva.
Se invece non vogliamo assumerci la responsabilità della scelta, e preferiamo la certezza di un controllo pubblico sul prezzo che paghiamo pur rinunciando alle opportunità del mercato, allora meglio restare sul tutelato.
Purtroppo, non sempre i fornitori sono sufficientemente attenti nello spiegare a un cliente che l’accettazione della loro offerta implica l’uscita dal regime tutelato. La confusione è possibile soprattutto se a farci una nuova offerta è la stessa società che ci sta già fornendo in regime tutelato. Proprio riguardo a scarsa chiarezza nel passaggio dal regime tutelato a quello negoziato, alcuni operatori del mercato energetico sono stati già multati dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas.
Per tornare al nostro esempio milanese, una famiglia cliente di A2A, che accetta una nuova offerta sempre da A2A, esce dal sistema di tutela per accettare le nuove condizioni, anche se il fornitore non è cambiato. Questo può essere un vantaggio se la nuova offerta ha caratteristiche più utili al cliente. Ma è indispensabile che il cliente sia consapevole di passare da un regime passivo e tutelato a un altro che dà sì opportunità, ma richiede un ruolo attivo nel controllo delle bollette in vista di possibili ulteriori cambi di fornitore o di offerta.
Tariffe multiorarie
Da anni sentiamo ripeterci che consumare energia elettrica in fasce orarie serali, notturne e festive, oppure in determinati periodi dell’anno, potrebbe comportare risparmi. È vero?
È vero, perché una parte dei costi del settore elettrico sono legati alla flessibilità che il sistema deve rendere disponibile per coprire la variabilità dei consumi, mentre consumatori con minore variabilità (o ancora meglio con consumi concentrati nei periodi in cui i consumatori industriali usano meno energia) sono in grado di essere serviti a costi inferiori. Il prezzo all’ingrosso dell’elettricità del resto è addirittura diverso ora per ora. Niente di più ragionevole per i venditori, quindi, che proporre ai clienti forme di partecipazione a questa fluttuazione di prezzo, incentivandoli con sconti a consumare energia nei periodi “scarichi” (di solito di sera, di notte e nei periodi festivi).
La fattibilità di applicazione di prezzi differenziati sulla base del momento del consumo richiede però che i distributori locali (che gestiscono la rete a bassa tensione e operano il servizio di misura dei consumi) abbiano già attrezzato il cliente con un contatore elettronico multiorario, e che su di esso sia già predisposto un adeguato sistema di lettura a distanza.
Per i clienti-aziende, le offerte multiorarie sono già disponibili sia nel mercato libero (dove dipendono dalle scelte commerciali dei singoli venditori) sia per chi è rimasto nel mercato “tutelato”.
Anche le famiglie che decidono di approvvigionarsi sul mercato libero possono scegliere già oggi (se dotate del contatore multiorario già attivo) fornitori che offrono offerte con prezzo differenziato per fascia oraria.
Le famiglie che invece sono rimaste nel mercato tutelato non hanno ancora accesso a una tariffa bioraria (cioè che preveda due livelli di prezzo a seconda del momento del consumo), che pure è prevista partire nel corso del 2010, attraverso un sistema graduale che verrà preventivamente comunicato con le bollette.
A chi convengono dunque le tariffe biorarie o multiorarie?
Convengono di solito a chi consuma energia elettrica soprattutto di sera, di notte o nei giorni festivi. O a chi possa adattarsi per spostare una parte consistente dei propri consumi in tali periodi (per esempio usando i timer degli elettrodomestici). Quando si prende in considerazione un’offerta del genere, conviene chiedere al fornitore un esempio di distribuzione temporale del consumo che renderebbe conveniente la scelta.
Il risparmio energetico
Qual è il modo più facile per risparmiare sulle bollette?
I modi per risparmiare, nel settore dell’energia come in altri, sono riconducibili a due. Il primo è cercare di risparmiare soldi a parità di consumi, attraverso offerte commerciali più convenienti rispetto alle nostre specifiche abitudini di consumo, nel modo che abbiamo descritto qui sopra.
L’altro, è consumare meno, riducendo anzitutto gli sprechi improduttivi.
A questo proposito ricordiamoci che iIl risparmio e l’efficienza energetica non sono solo opportunità per spendere meno soldi, ma sono anche doveri di chiunque abbia a cuore la sostenibilità del nostro stile di vita. Avere abitudini di consumo sostenibili significa preoccuparci di chi verrà dopo di noi. Significa comportarci in modo tale da lasciare ai nostri figli almeno le stesse opportunità di benessere che abbiamo noi ora.
Molte nazioni del mondo, a partire da quelle europee, si sono date obiettivi per un ripensamento in direzione di maggiore sostenibilità del modo in cui soddisfano i propri bisogni energetici. La produzione e il consumo di energia, infatti, modificano la qualità dell’ambiente e le dotazioni future di fonti energetiche.
Noi come consumatori dobbiamo fare la nostra parte. E abbiamo l’opportunità di guadagnarci.
Se pensiamo ai consumi elettrici casalinghi, ci sono modi molto semplici per risparmiare. Eccone alcuni:
– Preferire all’acquisto apparecchi a classe energetica di elevata efficienza
– Sostituire le lampade a incandescenza o alogene con lampade a basso consumo (a fluorescenza o a led).
– Limitare il funzionamento in stand-by degli apparecchi elettrici.
– Evitare di lasciare alimentatori (che consumano anche se l’apparecchio è spento) attaccati alla presa quando non servono. (L’uso di “ciabatte” dotate di pulsante è una soluzione comoda per staccare le serie di alimentatori, che, per esempio, servono i vari apparecchi di una postazione PC).
– Utilizzare per lavatrice e lavastoviglie i programmi più economici compatibili con le effettive esigenze, consultando i manuali d’uso.
– Se si usa elettricità per riscaldare l’acqua sanitaria, installare un timer al boiler in modo da riscaldare l’acqua solo nelle ore in cui serve davvero.
E riguardo al gas:
– Adottare una caldaia per il riscaldamento e l’acqua calda ad alta efficienza e sottoporla a manutenzione regolare.
– Abbassare un po’ la temperatura invernale di casa, vestendosi un po’ di più.
– Tenere i radiatori accesi solo quando servono, dotandoli se possibile di rubinetti termostatici che permettono di stabilire temperature diverse in ogni ambiente.
– Mettere frangiflussi ai rubinetti, in modo da consumare meno acqua calda e quindi meno energia per riscaldarla.
Michele Governatori, esperto del settore energetico.
Con il contributo della Direzione Generale Commercio, Fiere e Mercati della Regione Lombardia: la Direzione promuove e sostiene, nell’ambito dei propri programmi d’intervento, iniziative di tutela dei consumatori e degli utenti.
Per informazioni è possibile consultare il sito internet www.commercio.regione.lombardia.it.