Canone Rai in bolletta: tutto quel che dovete sapere

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Mentre la tecnologia galoppa e la vecchia tv è ormai prossima a finire in soffitta, il nostro Governo, per far finta di ridurre le tasse, ha ben pensato di farci il regalo di fine anno di obbligare tutti quelli che hanno un’utenza domestica elettrica (praticamente tutte le famiglie italiane) a pagare il canone Rai, sul presupposto che chiunque ha l’elettricità in casa dovrebbe avere anche una televisione.

La sommetta che saremo tutti chiamati a pagare, ben cento euro per un servizio ormai obsoleto e di interesse ridotto all’osso rispetto agli anni d’oro della televisione, ce la schiafferanno direttamente in bolletta, a partire da luglio 2016.

Un bel “regalo” per i cittadini e per le aziende elettriche, tutti sudditi di mamma Rai e papà Stato.

Ovviamente del fatto che non seguiate i programmi Rai o che nella vostra zona non si prendano tutti o parte dei canali Rai continua a non fregarne niente a nessuno, perché l’obbligo di pagare scatta col semplice possesso di un apparecchio atto (o adattabile) a ricevere i segnali della Rai.

Lo stato prevede di ingrassare abbondantemente le proprie casse col nuovo canone, visto che a differenza del passato non sarà la Rai o l’Agenzia delle Entrate a dover dare la caccia agli evasori del canone. Infatti semplicemente tutti devono pagare, tranne chi si faccia carico di dichiarare, con conseguenze penali in caso di false dichiarazioni, di non possedere apparecchi e non essere quindi tenuto al pagamento.

Stiano dunque attenti tutti, compreso chi ha una vecchia tv in bianco e nero rotta e chiusa in soffitta, perché potrebbe sempre farla aggiustare e godersi la mirabolante programmazione Rai. All’occhio anche gli abbonati alle pay tv, perché chi lo è evidentemente ha un apparecchio atto alla ricezione di programmi tv.

Vediamo ora più nel dettaglio come funziona il regalo 2016 del Governo. Continua a leggere



Difendersi dal virus della finta Polizia Postale

Sono giunte alla Polizia di Stato numerose segnalazioni di utenti che sono incappati in una pagina web su cui è fraudolentemente applicato il logo della Polizia Postale e delle Comunicazioni, copiato dal sito istituzionale.

I malcapitati si trovano improvvisamente il computer bloccato e l’unica pagina visualizzabile (riprodotta nella foto) minacciosamente avverte che il computer adoperato presenta contenuti illegali (immagini pedopornografiche e/o messaggi terroristici, etc.etc.). La pagina chiede all’utente di pagare in via elettronica una “multa” di 100 euro per il ripristino delle funzionalità del computer che sarebbe stato bloccato per ragioni preventive.

Spegnere e riavviare il computer è inutile: non appena ripartito il sistema operativo, ci si trova di nuovo inchiodati nell’unica pagina visualizzabile, che chiede di pagare per far funzionare il pc.

Va chiarito subito che la Polizia Postale non c’entra nulla e che si tratta di un virus truffaldino messo in rete per far soldi facili alle spalle delle ignare vittime che vi incappano, trovandosi da un momento all’altro con il computer bloccato. Continua a leggere