
Con il Digital Service Act (DSA) l’Unione Europea ha inteso porre le basi per “creare uno spazio digitale più sicuro in cui siano tutelati i diritti fondamentali degli utenti”. Una specifica sezione è, in particolare, finalizzata a garantire la protezione online dei minori (art. 28 DSA) e obbliga le piattaforme online a garantire che i propri servizi offrano agli utenti di età inferiore ai 18 anni un livello elevato di tutela della vita privata, di sicurezza e di protezione.
In questo ambito e in attesa della piena attuazione del portafoglio di identità digitale dell’Unione europea, la Commissione Europea sta lavorando per fornire una soluzione provvisoria di age verification.
Scopriamo di che cosa si tratta
Si tratta di un’applicazione che consentirà di verificare che un utente abbia compiuto almeno i 18 anni di età, in modo semplice, sicuro e conforme ai principi di tutela della privacy. Questa nuova applicazione, ancora in fase di sviluppo, sarà disponibile entro luglio 2025.
Come funzionerà il nuovo strumento per la verifica dell’età?
Dopo aver scaricato e installato l’app, l’utente, potrà richiedere una Prova dell’età che attesta esclusivamente se l’utente ha 18 anni o più (18+). Non sarà necessario rivelare i propri dati personali e l’attestazione sarà memorizzata solo nel dispositivo utilizzato.
Dopo l’attivazione, l’utente può utilizzare l’app per presentare la propria attestazione di maggiore età per l’accesso a contenuti o servizi soggetti a restrizione di età. Il fornitore di servizi online non riceverà alcuna informazione aggiuntiva, relativa all’identità dell’utente o all’età specifica, ma solo la conferma che questi è maggiorenne. La nuova misura sarà infatti informata a principi di minimizzazione dei dati e di privacy by design.
Quali servizi richiederanno la verifica dell’età?
L’app di age verification svolgerà un ruolo cruciale in diversi ambiti. In particolare, la Prova dell’età è raccomandata per l’accesso a contenuti e beni digitali riservati ai soli maggiorenni, come pornografia e gioco d’azzardo; per l’accesso a servizi progettati solo per un pubblico adulto, come piattaforme di incontri per adulti; per acquistare prodotti soggetti a limiti di età, come alcolici e tabacco e per accedere a tutti quei servizi digitali classificati ad “alto rischio”, come quelli che promuovono uso di droghe, incitano alla violenza e all’odio o favoriscono il cyberbullismo.
Il contesto nazionale
È da notare che l’Italia ha già introdotto un proprio quadro normativo. Infatti, con la delibera AGCOM n.96/25/CONS, attuativa del c.d. “Decreto Caivano”, sono state approvate le modalità operative che i siti web e le piattaforme che diffondono immagini e video pornografici devono utilizzare per la verifica della maggiore età. È stato imposto l’obbligo per i fornitori di adeguarsi al nuovo sistema entro ottobre 2025. La delibera, tuttavia, si era preoccupata di specificare che il provvedimento sarebbe stato soggetto a possibili modifiche e aggiornamenti al fine di assicurare piena conformità agli orientamenti della Commissione Europea.
In attesa, dunque, delle prossime evoluzioni in materia si può senza dubbio concludere affermando che il rafforzamento dei diritti digitali dei cittadini, la promozione della responsabilità delle piattaforme online ela tutela dei minori rappresentano sfide urgenti che impongono interventi efficaci e coordinati. L’auspicio è che, nel lungo termine, il Portafoglio digitale dell’UE (eID), la cui attuazione è prevista entro il 2026, possa concorrere in maniera decisiva a soddisfare queste importanti esigenze di tutela.