Dopo il nostro intervento di ieri a favore della trasparenza nell’indicazione di provenienza di latte e formaggi, vogliamo oggi spezzare una lancia in favore delle recenti norme sul “made in”.Come noto, per effetto dell’entrata in vigore della cd. Legge Sviluppo, dal 15 agosto 2009 in poi è vietato apporre marchi di imprese italiane su prodotti che non sono di origine italiana, a meno che sugli stessi prodotti non venga scritto, in maniera precisa e con caratteri evidenti, il paese o luogo di fabbricazione o produzione. Chi contravviene al divieto incorre in sanzioni penali.
Questa disposizione ha suscitato pesanti reazioni, tanto da indurre il Governo a valutare una sua revisione.
L’opinione di questo blog è che ogni disposizione che miri a fare chiarezza, consentendo al consumatore di comprendere in trasparenza la vera origine dei prodotti che acquista, debba essere sostenuta e mantenuta in vigore. È l’ora di finirla con prodotti che sembrano italiani ma che in realtà sono stati integralmente fabbricati all’estero e solo marchiati al loro arrivo in Italia!
La produzione estera non è di per sé un disvalore, deve semplicemente essere nota, affinché il consumatore possa fare scelte consapevoli, senza essere indotto in errore.