Si sente parlare spesso di Commercio Equo Solidale senza però avere un’idea chiara del suo significato. È risaputo che si tratta di un mercato alternativo, che riguarda il non-sfruttamento e con la valorizzazione dello sviluppo dei mercati del Sud del Mondo.
È bene però analizzare questo argomento più approfonditamente.
Il commercio Equo Solidale, Fair Trade in inglese, è una tipologia di commercio che si oppone alla massimizzazione del profitto praticata dai grandi produttori e dalle catene di distribuzione organizzata. Carattere tipico di questo commercio è vendere il prodotto al consumatore finale, eliminando le catene di intermediari.
Il termine in inglese esprime forse meglio il concetto: “fair” viene utilizzato anche per descrivere chi gioca pulito in una competizione. Il commercio Equo Solidale infatti “gioca pulito” con tutti i soggetti coinvolti.
Punta quindi a far crescere attività produttive nei paesi in via di sviluppo, offrendo loro un canale commerciale alternativo, lotta contro lo sfruttamento e la povertà legate a cause economiche, politiche o sociali restando pur sempre un commercio vero nel rispetto di un codice comune di comportamento.
Tuttavia, l’organizzazione del commercio Equo Solidale è stata sottoposta a severe critiche da parte di studiosi e giornalisti.
Lo sviluppo di questo tipo di commercio nasce insieme all’aumentare della sensibilità rispetto ai temi della sostenibilità alimentare e del biologico. L’uomo si interroga sempre di pià sui risvolti sociali ed economici che si celano dietro ad un’etichetta e sull’impatto ambientale del consumo del prodotto in questione.
I prodotti del Commercio Equo e Solidale hanno il loro marchio di garanzia: Fairtrade, un’associazione nata nel 1994 per diffondere i prodotti del mercato Equo Solidale senza scopo di lucro.
Tendenzialmente il prezzo finale al consumo dei prodotti equo solidali è un po’ più alto, bisogna però tener conto delle premesse e della qualità.
Fairtrade garantisce:
1) Supporto ai produttori economicamente svantaggiati: il Fairtrade supporta lo sviluppo della comunità e cerca di togliere il produttore dalla povertà materiale garantendogi una rendita e una proprietà affinché riesca a giungere ad un approdo meno vulnerabile rispetto alla sua posizione;
2) Il Fairtrade premium, un margine destinato ai produttori per progetti di sviluppo sociale e sanitario che coinvolgono l’intera comunità;
3) Processi a basso impatto ambientale: i produttori lavorano nel rispetto dell’ambiente e della biodiversità. Vengono utilizzate materie prime derivanti da fonti sostenibili, ricavate localmente se possibile. I materiali utilizzati per l’imballaggio sono riciclabili o biodegradabili, letecnologie che rispettano l’ambiente e si cerca di ridurre il più possibile il consumo energetico;
4) Pari opportunità: fornisce allo stesso modo a donne e uomini le opportunità per sviluppare le loro capacità.. Ogni FTO (Fair Trade Organization) collabora direttamente con i produttori, per assicurarsi che il lavoro delle donne sia valutato e retribuito giustamente. Le culture locali e le tradizioni sono rispettate e ci si impegna ad evitare la discriminazione nel campo dei disabili, della religione, della posizione sociale e dell’età;
5) Rispetto dei diritti dei lavoratori: viene promosso un ambiente lavorativo sicuro e salutare per i produttori con acqua potabile, adeguato servizio sanitario e accesso al primo soccorso. Vengono rispettate le condizioni stabilite dalla legge e la convenzione ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) e i produttori sono informati riguardo i loro diritti a sicurezza e salute;
6) Pagamento di un giusto prezzo: i prezzi massimizzano il benessere dei produttori e delle loro famiglie e non il margine economico positivo, tenendo conto dei vincoli imposti dalle situazioni di mercato;
7) Protezione dei minori: le FTO che lavorano direttamente con organizzazioni produttive poco strutturate forniscono analisi sul coinvolgimento dei minori nel processo produttivo e organizzano inontri per analizzare il loro benessere fisico e mentale. L’eventuale partecipazione di minori al processo produttivo non deve influire negativamente sulla loro salute e crescita ed essere in linea con il rispetto dei diritti del bambino e delle leggi locali.