Whatsapp multata dall’Antitrust. Più trasparenza per il consumatore

L’Antitrust ha multato WhatsApp per 3 milioni di euro perché la società, come spiega l’AGCM nella nota, ha “di fatto indotto gli utenti di WhatsApp Messenger ad accettare integralmente i nuovi termini di utilizzo, in particolare la condivisione dei propri dati con Facebook, facendo loro credere che sarebbe stato, altrimenti, impossibile continuare ad usare l’applicazione”.
Dunque gli utenti sono stati indotti a credere che, se non avessero accettato i termini e condizioni, non avrebbero potuto utilizzare una delle app più scaricate al mondo.

Vediamo meglio di cosa si tratta

L’Autorità Garante della concorrenza nella seconda istruttoria ha fatto riferimento anche ad alcune clausole dei termini e condizioni poco chiare come le esclusioni e limitazioni, reputate generiche, di responsabilità in capo a WhatsApp; la possibilità di interruzioni del servizio decise unilateralmente da WhatsApp senza motivo e senza preavviso; il diritto esercitabile dall’azienda di recedere il contratto in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo e non consentire più all’utente l’utilizzo dei servizi; il diritto esercitabile da WhatsApp di introdurre modifiche, anche economiche, nei termini di utilizzo senza avvertire per tempo l’utente; un generico diritto esercitabile da WhatsApp di recedere dagli “ordini” e di non fornire rimborsi per i servizi offerti; la prevalenza della lingua inglese all’interno del contratto.

Dunque il contratto e le clausole dell’azienda continuano a non essere ben chiare, considerando poi che la proprietà di Facebook aggrava di gran lunga la situazione in quanto la privacy e i dati personali dell’instant massage vengono messi a rischio a nostra insaputa.

E pensare che, quando nel lontano febbraio 2014, a seguito dell’acquisto da parte di Facebook, i proprietari di WhatsApp garantirono che l’integrità e la privacy avrebbero regnato nell’app di messaggistica istantanea.

Whatsapp, acquistata da Mark Zuckerberg, Ceo di Facebook, per 19 milioni di dollari, app che garantiva comunque le sue normali funzionalità, dichiarando inoltre l’assenza di pubblicità e la discrezione dei dati generati dalla messaggistica istantanea.

A quanto pare l’integrità in WhatsApp è finita, considerando la pesante multa da parte dell’Antitrust.

Un comportamento scorretto e vessatorio, quello dell’azienda, nei confronti degli utenti. La speranza è che forse la punizione dell’Antitrust servirà a garantire, in futuro, una maggiore trasparenza e chiarezza nei confronti dei consumatori di tali servizi.