Edicole in sciopero dal 24 al 26 febbraio

Per 3 giorni a metà tra le elezioni politiche e le dimissioni del Papa è stato proclamato lo sciopero nazionale dei giornalai, una delle categorie che ha più risentito della crisi…
I dati degli ultimi anni sono parecchio allarmanti: in poco tempo, infatti, più di 10.000 edicole hanno chiuso i battenti e, di conseguenza, oltre 20.000 giornalai hanno perso il lavoro.
E pare che, se le cose non cambieranno al più presto, altri 30.000 posti di lavoro rischiano di sparire nei prossimi mesi.

Sarà che i quotidiani online si stanno diffondendo sempre di più (e gli abbonamenti digitali costano meno dei cartacei), sarà che tra le prime spese ad essere tagliate dalle famiglie italiane c’è proprio quella del quotidiano o della rivista (in tanti si limitano a leggere qualche notizia principale al bar oppure dal parrucchiere), ma sarà anche perchè la tanto attesa e promessa (dai Governi) riforma dell’editoria non è ancora stata attuata. A ciò si aggiunga la mancata apertura del confronto per il rinnovo dell’accordo nazionale sulla vendita dei giornali quotidiani e dei periodici…

Sono molte le cause della profonda crisi della categoria degli edicolanti. E loro, adesso, hanno deciso di farsi sentire e ribellarsi al silenzio del Governo e della Fieg (Federazione Italiana Editori di Giornali).

Insomma, si prevede un post-elezioni ed un pre-dimissioni del Santo Padre senza paginate di commenti e dettagli da sfogliare: un bel danno per l’editoria e per gli stessi edicolanti che, pur di far sentire la loro voce, sono disposti a rinunciare ai guadagni di 3 così giorni importanti per la storia del nostro Paese.