Si avvicina il Natale e, per tradizione o perché condizionati dalla corsa al consumo, nella lista delle cose da fare scriviamo la voce “comprare albero”.
E qui si apre la discussione: “è meglio vero perché . . . . è meglio finto perché . . . “
Liberiamoci innanzitutto dalle tradizioni, dall’aria del Natale di un tempo, dalle ore di serena attesa di quella notte magica, che non esistono più e ragioniamo invece sulla base delle attuali esigenze che sono dettate da una società consumistica, frenetica ed esibizionista. Quando si acquista un prodotto, un bene di consumo, quale è ormai anche un albero di Natale, non dobbiamo dimenticare di rispondere alla domanda: “cosa farne dopo?” oppure “come disfarsene?”.
Quindi esaminiamo le due scelte.
Acquisto un albero di Natale finto perché:
– sono ecologista e con la mia scelta non si tagliano alberi;
– spendo i soldi una volta sola perché è un bene durevole;
– non sporca l’appartamento con la terra e gli aghi che cadono;
– si può montare e modellare adattandolo a qualsiasi angolo della casa;
– è facilmente conservabile con la sua confezione, che va riposta con le altre decorazioni natalizie a fine festività, sgomberando così la scena con una semplice azione domestica di pulizia e “rimessa a posto delle cose”.
Acquisto un albero di Natale vero perché:
– sono ecologista e con la mia scelta, finite le festività, favorisco il rimboschimento;
– ogni anno compro un albero dai vivai che coltivano abeti destinati unicamente ad essere “albero di Natale” e favorisco perciò questa attività che dà lavoro a tante persone;
– risparmio perché prendo un albero con le radici, lo conservo nel vaso ed ogni anno lo riutilizzo come albero di natale;
– ho un abete vero in casa, con il suo profumo che ricorda i boschi alpini;
– avendo una stufa a legna o un caminetto, a fine festività uso l’albero come combustibile;
ho un giardino dove poi posso piantare l’albero.
Entrambe le scelte sono valide e rispondono a precise esigenze, personali e/o collettive. Mentre nel primo caso la scelta risponde a criteri di semplicità ed ovvietà che non lasciano dubbi, a chi sceglie di acquistare un albero vero vanno fatte alcune raccomandazioni.
1) Quando si acquista un abete (un pino, un ginepro o un ramo di agrifolio) bisogna verificare che vi sia apposta la targhetta del vivaio oppure un bollino metallico con la scritta “C.F.S. Albero di Natale” perché il trasporto di “piante, rami e cimali destinati all’uso di alberi di Natale” nel periodo precedente il 24 dicembre è soggetto a controllo da parte delle pattuglie del Corpo Forestale dello Stato (C.F.S.); quindi può capitare di essere fermati alla guida della nostra auto mentre si trasporta un abete del quale ci viene chiesta la provenienza.
2) Se si acquista un abete tagliato e non si possiede una stufa a legna o un caminetto, a fine festività bisogna disfarsi dell’albero: si tratta di un bene di consumo che ha terminato la sua utilità e viene quindi gettato via come rifiuto. Come noto, i residui vegetali non possono essere gettati nei cassonetti ma vanno concentrati in luoghi appositamente deputati allo scopo quali un eco-centro, un punto di raccolta organizzato da associazioni di volontariato, un centro di compostaggio, ecc.
3) Se si acquista un abete munito di radici bisogna trattarlo come una qualsiasi altra pianta da appartamento; non va posto quindi vicino a fonti di calore come caloriferi e stufe, va messo in un sottovaso e bagnato regolarmente.
4) Se si decide di conservare l’albero per il Natale successivo, questo va posto nell’angolo dell’appartamento più fresco e mantenuto in casa almeno fino a fine febbraio, per non sottoporlo a traumi dovuti a sbalzi repentini di ambiente.
5) Se si decide di piantare l’albero nel proprio giardino va ricordato che si tratta di una pianta che ha subito la potatura delle radici per la collocazione in vaso; questo fatto influisce durante la crescita e dopo qualche anno la pianta può presentare seri problemi di stabilità e cadere con il vento. Va ricordato anche che il codice civile vieta la piantumazione di alberi ad alto fusto (come l’abete, appunto) a meno di tre metri dai confini di proprietà.
6) Le piante allevate in vivaio con l’unico scopo di essere destinate ad “Albero di Natale” hanno questa precisa indicazione scritta su un cartellino con l’aggiunta “pianta non destinata al rimboschimento” quindi, terminate le festività, non possono essere raccolte, ad esempio da gruppi di volontari che intendono rimboschire aree incendiate; tale azione è espressamente vietata da diverse norme.
7) Passate le festività, se non vi sono destinazioni alternative, l’albero non va abbandonato lungo le strade o gettato nelle scarpate o buttato in altro modo che non sia quello previsto dai regolamenti comunali di smaltimento dei rifiuti.
Italo Franceschini, esperto forestale.