
Ti è già capitato di voler acquistare un biglietto per un concerto o per un evento sportivo e, dopo una lunga attesa, scoprire che era tutto sold out in poche ore (a volte anche solo dopo pochi minuti) e poi trovare gli stessi biglietti rivenduti a prezzi esorbitanti?
Da quando si è iniziato a vendere online i titoli di accesso ad eventi di spettacolo si è presto diffusa la pratica dell’acquisto massivo di biglietti rivenduti poi ad un prezzo ben più elevato rispetto a quello originale. Si tratta del cosiddetto bagarinaggio o secondary ticketing illecito.
Scopriamo cos’è e tutto quello che è importante sapere
Il secondary ticketing è una pratica molto diffusa che consiste nella rivendita di un “biglietto”, più precisamente di un titolo di accesso ad eventi di spettacolo, che è stato precedentemente acquistato tramite i canali autorizzati: costituisce illecito amministrativo allorché sia effettuato da soggetti non autorizzati e la sanzione è aggravata se il prezzo di rivendita è superiore al biglietto originario.
Più precisamente, ecco semplici regole in materia di secondary ticketing che devi saperi:
- i titolari dei sistemi per l’emissione dei biglietti sono gli unici soggetti ai quali è consentito collocare i titoli di accesso ad attività di spettacolo nel mercato: si tratta di tutti i soggetti che hanno ottenuto l’apposita autorizzazione da parte dell’Agenzia delle entrate;
- il secondary ticketing è illecito se la rivendita è effettuata da soggetti non autorizzati;
- è ammessa la rivendita da parte di singoli utenti, a condizione che sia fatta in modo occasionale e senza finalità commerciali;
- tanto i rivenditori autorizzati quanto i singoli utenti devono vendere il biglietto a un prezzo uguale o inferiore a quello nominale, ovvero il prezzo riportato sul biglietto originario;
- è consentito applicare delle commissioni che remunerano i costi di modifica del nominativo di gestione della pratica di intermediazione, ma tali costi devono essere chiaramente indicati nel biglietto.
È importante riconoscere se il biglietto che si intende acquistare proviene da un sito di secondary tocketing non autorizzato non solo perché, così facendo, si alimenta un fenomeno illegale, ma anche in ragione del fatto che vi è una alta probabilità di pagare prezzi molto più elevati e di ottenere titoli di accesso la cui validità non è garantita, con il rischio di non poter poi accedere all’evento. Ecco tre indizi per riconoscere i siti di rivendita non autorizzati, suggeriti dal sito Internet dell’AGCM:
- prezzo superiore al prezzo nominale -che puoi verificare tramite i siti internet ufficiali degli organizzatori dell’evento o dei rivenditori primari ufficiali-,
- assenza di trasparenza -ossia non viene indicato espressamente il prezzo nominale, separato dai costi per il cambio nominativo e la pratica di intermediazione-,
- presenza di indicazioni incentivanti all’acquisto dei biglietti –come finestre di conto alla rovescia e notifiche o messaggi che avvisano della scarsa disponibilità dei biglietti, per esempio “Solo due biglietti rimasti su questo sito”.
Contrastare il fenomeno di bagarinaggio è fondamentale sia per ragioni di tutela dei consumatori e di tutti i fan, che hanno diritto ad accedere ad uno spettacolo o a un evento senza pagare un prezzo maggiorato che arricchisce esclusivamente gli speculatori, ma anche per ragioni di contrasto dell’elusione e dell’evasione fiscale e di tutela del settore della musica, dello spettacolo e degli eventi.
Proprio per queste ragioni il recente Decreto Bolletta ha introdotto una stretta al fenomeno del secondary ticketing illecito, prevedendo l’oscuramento a tempo indeterminato dei siti Internet dei soggetti accusati di attività illegale di rivendita dei biglietti che non abbiano pagato la sanzione amministrativa, divenuta non più contestabile in giudizio per decorso dei termini.