Nei giorni scorsi in seno alla commissione finanze della Camera si è discusso mediante un’audizione delle associazioni dei consumatori della proposta di Legge del deputato della Sinistra Italiana On. Paglia, meglio conosciuta come Giubileo Bancario, nome mutuato dall’indulgenza plenaria introdotta da Papa Bonifacio VII nel 1300.
Vero ispiratore della proposta di legge è il banchiere Dino Crivellari, ex amministratore delegato del braccio operativo nel recupero del credito di Banca Unicredit la famosa Unicredit Management Bank ora ceduta al fondo d’investimento Fortress che ha creato Dobank.
Per anni Dino Crivellari è stato dalla parte del soggetto forte nel mondo del credito: la banca. Ora il lupo si è travestito da agnello e con l’ausilio di alcuni parlamentari ha presentato al Parlamento Italiano una legge che, pur sventolata come un aiuto ai debitori tanto da chiamarla Giubileo bancario, non è altro che l’ennesimo tentativo di aiuto di Stato al sistema bancario italiano.
La proposta di Crivellari prevede la possibilità per il debitore di transare con la banca i propri debiti pagando quanto la banca ha previsto d’incassare dedotte le perdite preventivate sul credito in sofferenza.
Un pratico esempio potrà aiutare il lettore a capire meglio.
Supponiamo che una famiglia sia debitrice nei confronti della banca di 100mila euro e la banca abbia previsto che dalle azioni di recupero riuscirà ad incassare solo 40mila euro quindi dovrà accantonare i 60mila euro che prevederà di non recuperare. La proposta Crivellari prevede che la banca dovrà accogliere una proposta di stralcio del proprio credito accettando solo i 40mila che aveva previsto di recuperare. Fino a questo punto la proposta potrebbe essere accettabile ed un vantaggio per il debitore. Ma quante famiglie indebitate non si sono viste offrire dai service del recupero crediti stralci di questa importanza? Perché la maggioranza delle famiglie non riescono a chiudere la loro posizione debitoria con sconti di questo tipo?
Semplice: per le banche esiste il vecchio principio dei pochi maledetti e subito e di conseguenza, molte famiglie non sono in grado di avere la disponibilità in una tranche unica se non con un’ulteriore rateizzazione, anche di molti anni, opportunità non prevista come obbligatoria nella proposta di legge, se non per i crediti ipotecari.
Inoltre la proposta Crivellari prevede l’ulteriore incentivo fiscale, pertanto a carico di tutta la collettività, della deducibilità fiscale della perdita (cosa che già avviene) immediata e opportunamente maggiorata. Quindi la banca l’errore commesso nella concessione del credito facile, lo farà pagare a tutti i cittadini Italiani. Se poi pensiamo che l’80% delle sofferenze bancarie risulta generato da un 10% dei clienti, capiamo bene che sono stati i crediti concessi agli amici degli amici ad aver generato la massa maggiore delle sofferenze bancarie italiane e non i prestiti per cambiare l’auto o acquistare un alloggio in una zona popolare.
Saranno sicuramente i grandi debitori a vedersi avvantaggiati dalla possibilità di stralciare le proprie posizioni nei confronti delle banche, forti della possibilità di pagare, in poco tempo, il debito ridotto grazie ad un patrimonio certamente superiore a quello della famiglia media italiana.
Il Giubileo di cristiana memoria, dovrebbe essere un indulgenza per i più deboli e non un regalo fiscale per il forte sistema bancario che avrebbe una duplice possibilità: recuperare i propri crediti nei confronti dei debitori di serie A con un maxi sconto fiscale, superiore alla reale perdita. Debitori di serie A che hanno già causato danni ai risparmiatori delle banche Venete, di banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti.
Pensiamo che la vera riflessione debba essere fatta sul perché sia esistita una stagione del credito facile, che ha generato il successivo problema dei derivati finanziari che, molte volte, avevano come sottostante crediti ipotecari, concessi senza la verifica di una reale capacità di rimborso da parte dei debitori.
Forse la visione del film la grande scommessa “ The Big Short” potrebbe rendere a molti l’idea di cosa è realmente accaduto e come si è generata la grande crisi e quali siano sul tavolo ancora i problemi irrisolti come la presenza di derivati nell’economia globale.
Ma questa è tutta un’altra storia…
Stefano Santin