Consumatori allo sciopero della fame, ma il Governo non risponde

C’era una volta il CNCU, il Consiglio Nazionale dei Consumatori ed Utenti, l’organo consultivo del Governo in fatto di tutela dei consumatori. Nel CNCU siedono i presidenti delle associazioni nazionali di consumatori, quelli che spesso vediamo in tv e nella aule di tribunale a combattere le grandi battaglie dei cittadini contro gli abusi del mercato e delle istituzioni.
Sarebbe un luogo di dialogo tra società civile e governo, il CNCU, e dovrebbe essere presieduto dal Ministro dello Sviluppo Economico. Il Ministro Calenda però non ha mai partecipato alle riunioni del CNCU e non ne conosce i membri. Eppure il tempo per intervenire alle assemblee di Confindustria e Confcommercio lo ha trovato e il suo dialogo con le imprese è costante, come giusto che sia. Ma di noi cittadini e consumatori pare non gli interessi un granché.
Anche i progetti per i consumatori, che ormai da alcuni anni vengono finanziati con una piccola parte degli incassi dalle multe dell’Antitrust, ancora non si sa se nel 2018 ci saranno.
E anche questo è un grave problema, sentito pure dalle Regioni, che quegli stessi fondi li investono per garantire ai cittadini sportelli attenti alle loro esigenze e pronti alla loro difesa.
Le associazioni di consumatori stanno cercando ormai da alcuni mesi di sensibilizzare il Ministro e ora anche il Presidente del Consiglio, che però non ha ancora risposto alla lettera ricevuta ormai da una decina di giorni.
La protesta sta salendo, come si potrebbe evitarlo, tanto che uno dei presidenti delle Associazioni, Gianni Cavinato di ACU, da lunedì di questa settimana ha iniziato lo sciopero della fame, per richiamare l’attenzione di tutti noi sulla necessità che la politica torni ad occuparsi dei consumatori e delle loro associazioni. Per vedere l’appello del presidente Cavinato clicca QUI.
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