Quella vetrina in allestimento perenne…

Capita spesso di fermarsi a contemplare vetrine allestite in modo accattivante e fantasioso, dove nessun elemento è lasciato al caso: ogni prodotto è esposto in maniera impeccabile e ordinata, la scenografia è d’effetto, l’uso dei colori è ricercato e le decorazioni sono originali ma non invadenti. Insomma tutto perfetto e d’effetto se non fosse che manca qualcosa… il prezzo della merce.
In basso, in un angolino c’è (da settimane) una targhettina con su scritto “vetrina in allestimento”
Ecco una delle tecniche più usate dai commercianti per aggirare la legge e attirare il maggior numero di potenziali clienti all’interno del negozio. E pare che funzioni…

Il meccanismo psicologico è semplice: la reazione del consumatore può essere di indignazione, può sentirsi preso in giro, ma se un cappotto, un paio di scarpe, una borsa lo interessa, metterà da parte l’orgoglio ed entrerà per chiedere “quanto costa quello?”, e magari già che c’è, darà un’occhiatina in giro…

Una tecnica un pochino più “raffinata” e che dà meno nell’occhio è, poi, quella di esporre i prezzi soltanto di alcuni (pochi) oggetti in vetrina, “dimenticando” di prezzarne altri, magari proprio i più costosi. Ebbene, anche questo comportamento è del tutto scorretto.

Eppure la legge parla chiaro: il Decreto Legislativo n. 14/1996 stabilisce l’obbligo di riportare in modo chiaro e ben leggibile il prezzo di vendita al pubblico di tutti i prodotti esposti per la vendita al dettaglio, non soltanto quelli collocati all’interno del locale, ma anche quelli messi in bella mostra in vetrina.

E come fare per farla rispettare? Sono previste multe piuttosto onerose: da un minimo di circa 500 € ad un massimo di oltre 3000 €. Sono cifre che dovrebbero far desistere i commercianti, eppure non sempre è così…

Insomma, forse è più che altro una questione di principio, di rispetto nei confronti del consumatore. Ma un’effettiva concorrenza si realizza quando c’è la possibilità di confrontare i prezzi già davanti alle vetrine senza essere costretti ad entrare negozio per negozio a chiedere il prezzo di questo e di quell’altro.