Autovelox: la multa si può contestare sulle strade secondarie

Gli autovelox, si sa, sono sistemi di rilevazione della velocità delle auto piuttosto sofisticati, ma non sono del tutto infallibili. Proprio per questo motivo, che siano in postazione fissa o mobile, con funzionamento laser, radar o a fotocellula, la regola generale è quella della contestazione immediata. Ciò significa che sul posto deve essere comunque presente un agente che verifichi la correttezza delle rilevazioni e fermi  l’automobilista trasgressore.

Gli autovelox devono poi essere omologati, correttamente tarati e posizionati, altrimenti la rilevazione è contestabile con ricorso contro la multa. In particolare sulle strade secondarie minori ci possono essere gli estremi per contestare la contravvenzione. Ecco se e quando pagare la multa…

LA CONTESTAZIONE DELL’INFRAZIONE

Solo in casi eccezionali è possibile effettuare la contestazione differita, cioè inviare la multa a casa dell’automobilista che va troppo veloce, senza fermarlo “in flagranza”, sulla base dei dati rilevati e delle foto scattate dall’apparecchio.
Ciò può avvenire quando l’auto è lanciata ad una velocità tale che fermarla per contestare subito l’infrazione significherebbe mettere a rischio la sicurezza dell’automobilista e dell’operatore di pattuglia, nonché la circolazione di tutti gli altri veicoli.
Per questo motivo, rilevazione elettronica della velocità e contestazione differita sono valide nelle autostrade e nelle strade extraurbane principali, in quanto molto trafficate e a velocità piuttosto elevate.

Invece, le strade extraurbane secondarie e quelle urbane di scorrimento dove non è possibile e sicuro il fermo immediato dei veicoli devono essere specificamente individuate dal Prefetto della zona con un apposito decreto. Altrimenti l’unica via è quella della contestazione immediata da parte dell’operatore. Questo è il motivo per cui capita spesso che gli autobox posti sul bordo delle strade urbane o secondarie siano vuoti: in assenza di un operatore che effettui la contestazione immediata, le rilevazioni non potrebbero essere utilizzate per sanzionare gli automobilisti indisciplinati.
Questo è quanto prevede la normativa vigente e quanto è stato più volte ribadito dalla Cassazione (l’ultima sentenza è la n. 23882 del 15 novembre 2011).

I MODELLI CONSENTITI IN ITALIA

Ma gli autovelox esistono in diversi modelli. Come funzionano? Consentono tutti la contestazione immediata? Sono sempre affidabili o possono sbagliare?
Quelli a fotocellula sono i più diffusi: possono essere installati sulle fiancate dell’auto della polizia, negli autobox oppure su treppiedi e cavalletti, a bordo strada o lungo lo spartitraffico centrale. Le immagini vengono teletrasmesse ad una pattuglia posta nelle vicinanze, quindi è possibile e agevole per gli agenti effettuare la contestazione immediata dell’infrazione.
Molto diffusi sono anche i telelaser, fissati su cavalletti o tenuti in mano dagli operatori. La versione base si limitava ad indicare la velocità dell’auto sul display senza però fotografarla, rendendo difficile la prova dell’infrazione. Oggi, invece, i telelaser sono dotati di micro digicam, cioè di una fotocamera digitale con tanto di flash a impulsi che consente di fotografare i veicoli in avvicinamento e in allontanamento, anche di notte, senza abbagliare gli automobilisti. Quando a tale apparecchiatura è abbinata pure una stampante termica portatile, la contestazione immediata è ancora più semplice in quanto è possibile allegare al verbale anche la foto appena scattata.
Ci sono, poi, gli apparecchi radar, poco diffusi perchè molto costosi. Possono essere in evidenza, ad esempio su treppiedi, ma spesso vengono nascosti all’interno di auto-civetta o camuffati da bidoni della spazzatura.
Sulle autostrade, ma anche sulle tangenziali, è molto utilizzato il SICVE, noto anche come Safety Tutor. Si tratta di un sistema composto da almeno due fotocamere, posizionate sui pannelli dei messaggi a distanza di 15/20 km l’uno dall’altro. In base all’ora della prima e della seconda foto, viene calcolata la velocità media del veicolo sul tratto controllato e se risulta superiore a quella massima consentita le foto vengono salvate e si procederà alla contestazione, che in questo caso può essere soltanto differita.

POSIZIONAMENTO E TARATURA

Nonostante gli automobilisti percepiscano (spesso a ragione) l’utilizzo degli autovelox come un modo per fare cassa, in realtà la funzione principale dei controlli a distanza della velocità dovrebbe essere quella di garantire il rispetto dei limiti, quindi la sicurezza stradale, e prevenire incidenti. Per questo motivo tutte le postazioni, sia mobili che fisse, devono essere ben visibili e comunque preventivamente segnalate con insegne luminose e/o cartelli posizionati a non meno di 250 metri di distanza (autostrade e strade extraurbane principali), 150 metri (strade urbane di scorrimento e strade extraurbane secondarie), 80 metri (altre strade) e a non più di 4 km di distanza dal punto di controllo.

Nonostante tutte le apparecchiature debbano essere appositamente approvate e omologate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, purtroppo non si possono escludere a priori alcuni errori di posizionamento e/o di rilevamento.
Non è raro che la taratura venga fatta in maniera scorretta, se non addirittura omessa, con conseguenti rilevazioni errate che riportano velocità superiori anche del 17% rispetto a quelle effettive.
Verbali ingiusti possono anche derivare dal posizionamento sbagliato dell’apparecchiatura. Ad esempio, quando la strada monitorata è in pendenza, lo strumento dovrebbe essere posizionato parallelamente ad essa. Spesso, invece, capita che venga posto in orizzontale, quindi obliquo rispetto al piano stradale, e rilevi perciò velocità superiori.
Infine, un errore di rilevazione che capita soprattutto con i sistemi a fotocellula e radar si verifica nei casi di passaggio di due veicoli in contemporanea: il primo, più lento, viene ingiustamente multato in quanto “accusato” della velocità del secondo, più veloce, magari in sorpasso, la cui targa viene coperta dal primo.
Si tratta di errori che possono costare cari agli automobilisti, visto che il margine di superamento del limite conta parecchio.
Quando si supera il limite massimo fino a 10 km/h si rischia solo la multa, oltre i 10 km/h anche la decurtazione dei punti dalla patente, oltre 40 km/h anche il ritiro e la sospensione della patente.

Avv. Valeria Gritti
Casa del Consumatore – sede di Genova

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