Seguendo la crescita dei propri figli, è scontato voler mantenere vivo il ricordo dei momenti più importanti con foto o video: la prima pappa, i primi passi, le prime parole, questi sono solo poche delle tante tappe della crescita che potrebbero essere rese indimenticabili ed eterne con una fotografia.
Tuttavia, l’avvento dell’era social ha indubbiamente cambiato il modo in cui gestiamo la nostra privacy: è infatti sempre più comune condividere online le proprie vite, pur con la consapevolezza dei potenziali rischi a cui ci si espone. Molti genitori però decidono di pubblicare regolarmente aggiornamenti sulla vita dei loro bambini, non considerando le implicazioni a lungo termine che l’esposizione mediatica può avere sui propri figli; questo fenomeno si chiama Sharenting e oggi andiamo a vedere di che cosa si tratta, quali sono i rischi correlati e cosa prevede la legge in merito.
Il termine “Sharenting” è una fusione delle parole inglesi “share” (condividere) e “parenting” (genitorialità), ed è utilizzato per descrivere la pratica di condividere immagini, video e informazioni sui propri figli su piattaforme social come Facebook, Instagram, TikTok, e altre ancora. I genitori, talvolta mossi dall’orgoglio, altre volte dal desiderio di condividere con parenti o amici la crescita dei loro figli, ne postano liberamente foto e video.
Questo comportamento è diventato così comune che molti bambini hanno una presenza online ben prima di poter comprendere l’entità del fenomeno o dare il proprio consenso. Spesso i contenuti condivisi sono innocui, ma possono includere dettagli sensibili come nomi completi, età, luoghi frequentati e attività quotidiane, che potrebbero essere sfruttati da malintenzionati.
Le implicazioni dello sharenting sono molteplici e complesse: da un lato può rafforzare i legami familiari e sociali, permettendo a parenti e amici di restare aggiornati sulla crescita dei bambini. Dall’altro però può esporre i minori a rischi significativi, come il cyberbullismo, il furto di identità e l’uso non autorizzato delle loro immagini. Proprio per queste ragioni è divenuto molto attuale il dibattito riguardo al diritto dei bambini alla privacy e al controllo della propria immagine digitale, sollevando importanti questioni etiche, morali e legali.
In Italia, la protezione dei dati personali è regolata dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), attualmente in vigore in tutta l’Unione Europea. Il regolamento stabilisce che i dati personali dei minori devono essere trattati con particolare attenzione e richiede il consenso esplicito da parte dei genitori per la raccolta e la condivisione di tali dati (ad esempio in ambiente scolastico per pubblicizzare progetti dell’istituto nei rispettivi profili social). Inoltre, il GDPR riconosce il diritto all’oblio, permettendo ai minori di richiedere la rimozione di informazioni che li riguardano una volta raggiunta la maggiore età.
A livello nazionale, il Codice in materia di protezione dei dati personali (D.lgs. 196/2003), noto come Codice della Privacy, integra e specifica ulteriormente le disposizioni del GDPR. Il Codice stabilisce infatti che il trattamento dei dati dei minori deve avvenire in modo lecito, corretto e trasparente, oltre a essere limitato a quanto necessario rispetto alle finalità per le quali sono presi in considerazione.
Recentemente, in Italia sono stati proposti nuovi progetti di legge per regolamentare più rigorosamente il fenomeno dello Sharenting. Uno dei progetti più significativi è quello che prevede il riconoscimento del diritto dei minori a non vedere pubblicate le proprie immagini senza il loro consenso, anche se tali immagini sono condivise dai genitori. Questo progetto di legge mira a bilanciare il diritto dei genitori alla libertà di espressione con il diritto dei minori alla privacy e alla protezione dei dati personali.
Un’altra proposta di legge prevede sanzioni per i genitori che pubblicano immagini dei propri figli senza adottare adeguate misure di sicurezza, come l’uso di impostazioni di privacy restrittive sui social media, censura dei volti e dei nomi completi. L’obiettivo è sensibilizzare i genitori sui rischi associati alla condivisione online e promuovere una maggiore consapevolezza e responsabilità nel trattare i dati personali dei minori.
Educare i genitori e la società sui rischi e le responsabilità associati allo Sharenting è fondamentale per garantire che i bambini possano crescere in un ambiente sicuro, sia online che offline. La sfida consiste nel trovare un equilibrio tra la condivisione di momenti preziosi e la protezione della privacy dei minori, assicurando che le loro immagini e informazioni non siano sfruttate in modo improprio.
Finanziato dal MIMIT D.M. 6/5/2022 art. 5