Probabilmente sarà così per tutta l’estate.
Ecco cosa sta succedendo negli aeroporti del mondo e dell’Europa, compresa anche l’Italia.
Dopo due anni di pandemia, la riduzione dei contagi e il venir meno delle restrizioni, la volontà di viaggiare continua a crescere, ma il mercato del trasporto aereo fatica a stare al passo con la domanda: il motivo principale è dovuto alla carenza di personale e agli alti costi di gestione, tra cui l’aumento dei prezzi del carburante.
Nei precedenti due anni, infatti, si è assistito a una grande riduzione del personale, con licenziamenti volontari e non, a cui si sono aggiunte campagne di pensionamenti anticipati e lo svuotamento delle scuole di formazione per piloti e assistenti di volo. Le compagnie aeree fanno così fatica a riassumere e formare per tempo nuove figure. Di conseguenza sono stati messi a disposizione più voli di quelli che effettivamente possono essere gestiti dal personale ormai ridotto, che dichiara di essere costretto a lavorare in condizioni disumane, con un carico di lavoro eccessivo, pause inesistenti tra un volo e l’altro e salari troppo bassi.
Queste le premesse per dare il via a diversi scioperi che hanno causato gravi disagi, riguardanti soprattutto le compagnie aeree low cost.
Cosa fare in caso di cancellazione del volo?
In Italia come nel resto dell’Europa si applica il Regolamento UE n.261.
In caso di cancellazione del volo, al passeggero deve essere proposto un volo alternativo, altrimenti può procedere con la richiesta di rimborso del prezzo pieno del biglietto. Inoltre, è prevista assistenza in aeroporto e anche un eventuale risarcimento danni.
Infatti, nel tempo di attesa in aeroporto, al passeggero sono offerti gratuitamente cibo e bevande commisurate alla durata dell’attesa, e una eventuale sistemazione in albergo. Inoltre, se il volo offerto in alternativa atterra su un aeroporto differente le spese del trasferimento sono a carico della compagnia aerea.
Quando chiedere il risarcimento danni?
Per quanto riguarda il risarcimento danni, se il volo viene cancellato meno di 14 giorni prima della partenza e non vengono offerti voli alternativi, è prevista una compensazione di 250 euro per tratte fino ai 1500 chilometri, 400 euro per quelle dai 1500 ai 3500 chilometri e fino a 600 euro per quelle maggiori ai 3500 chilometri.
L’importo viene dimezzato se la compagnia offre un volo alternativo con arrivo alla meta in ritardo di non più di due, tre o quattro ore (in base alle distanze chilometriche) rispetto all’orario del volo originariamente prenotato.
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