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Le vittime sono persone titolari di utenze mobili che navigando sui social attraverso lo smartphone si imbattono in link con contenuti di vario tipo: notizie di attualità, sport, politica oppure contenuti visuali, come immagini e video.
Anche le persone più attente, prima o poi possono avere la tentazione di cliccare su uno di questi link. Poco male, a patto che, al loro interno, non si nasconda uno script in grado di far cadere in trappola chi cerca di aprire il link.
Si accede al link per leggere la notizia, si scorre la pagina e, senza rendersene conto, si clicca su un punto particolare dello schermo: è quello che permetterà ai truffatori di svuotare il credito della SIM.
Tutto accade in pochi secondi: ci si ritrova abbonati a qualche servizio a pagamento che non ci si sognerebbe mai di acquistare, ed ecco che la truffa è compiuta. A questo punto si riceverà un SMS che conferma l’attivazione del servizio, si tratta di cifre che possono arrivare anche a 10 euro per abbonamento.
Cosa fare una volta attivato l’abbonamento?
Una volta attivato uno di questi abbonamenti, la cifra sarà scalata settimanalmente dal credito residuo della SIM. È bene risolvere subito il problema contattando il servizio clienti del proprio operatore telefonico e chiedere di bloccare tutti i “servizi a sovraprezzo”. In questo modo si cessa di rischiare di essere vittime di queste vere e proprie truffe digitali.
Farsi riaccreditare l’importo
Gli operatori telefonici, in casi del genere, possono rimborsare l’importo scalato ma lo faranno una sola volta. Contattare quindi il servizio clienti dell’azienda che fornisce il servizio di telefonia mobile, spiegando il problema riscontrato. Potrebbero tentare di negare il rimborso: continuate a chiedere che vi risarciscano l’importo sottratto fraudolentemente. Fa parte dei diritti dei consumatori richiederlo e ottenerlo.
Articolo realizzato nell’ambito del progetto Acciuffa la Truffa. Programma generale di intervento di Regione Lombardia di cui al DD 17 giugno 2019 del Ministero dello Sviluppo Economico.