1. Cos’è un prestito personale?
Il prestito personale è una forma di finanziamento a privati erogato da una banca o da un istituto finanziario specializzato, attraverso la quale il Cliente riceve una somma di denaro e si impegna a restituirla in maniera rateizzata entro un periodo predeterminato. Rientra nella categoria dei prestiti “non finalizzati”, cioè non collegati o vincolati all’acquisto di uno specifico bene o servizio, e prevede come corrispettivo l’applicazione, durante il periodo di rimborso, di interessi fissi o variabili e dei costi/oneri indicati nel T.A.E.G.
2. Quali sono i requisiti necessari per ottenere un prestito personale?
Ogni istituto finanziario adotta criteri specifici per la valutazione di una richiesta di prestito personale nell’ambito di alcune direttive generali e norme disposte dalla Banca d’Italia. Normalmente può essere richiesto da chiunque abbia un’età compresa tra 18 e 70 anni (anche se sul limite massimo possono esserci eccezioni valutabili in fase di istruttoria) ed è concesso a chi possiede una “capacità di rimborso” che tenga conto di tutti gli impegni di pagamento mensili (affitto, bollette, rate di altri prestiti). Tale “capacità di rimborso” deve essere dimostrabile attraverso l’esibizione della busta paga in caso di lavoratore dipendente, della dichiarazione dei redditi in caso di lavoratore autonomo e del cedolino della pensione per i pensionati.
3. In quali casi il prestito personale viene rifiutato?
L’erogazione di un prestito personale viene rifiutata quando la documentazione evidenzi una “capacità di rimborso” del soggetto richiedente non sufficiente. Il prestito viene rifiutato qualora il richiedente abbia in essere altri contratti di finanziamento che, in aggiunta al prestito richiesto, impegnerebbero oltre un terzo del reddito. Tale limite è posto per evitare situazioni di sovra-indebitamento. Sarebbe irresponsabile da parte della banca mettere il richiedente nella condizione di effettuare una scelta per lui insostenibile. Può essere anche rifiutata qualora il richiedente abbia subito nel passato protesti e/o risultino evidenze di mancati pagamenti relativi a prestiti precedentemente ottenuti (segnalazione negativa da parte di banche dati sui rischi di credito).
4. Cosa fare prima di richiedere un finanziamento?
Prima di sottoscrivere una richiesta di prestito personale è bene valutare diverse offerte e scegliere oculatamente quella più conveniente in base alle proprie esigenze. L’attuale normativa in tema di credito al consumo e trasparenza bancaria prevede l’obbligo per la banca o l’istituto finanziario di fornire una serie di informazioni in grado di mettere l’interessato nella condizione di poter operare una scelta consapevole e conveniente.
5. Cosa deve contenere un contratto di prestito personale?
Il contratto di prestito personale deve essere stipulato in forma scritta e contenere una serie di informazioni obbligatorie, tra le quali: – l’indicazione esatta della somma e delle modalità con cui verrà erogata; – il tasso di interesse praticato; – l’indicazione specifica del T.A.E.G.; – le eventuali modalità di variazione del costo del contratto (costi e commissioni); – tutti i costi che dovranno essere sostenuti (spese di istruttoria e oneri accessori quali spese di invio rendiconto periodico, eventuali spese di assicurazione e costi relativi al ritardo nei pagamenti); – l’ammontare delle rate e la loro scadenza; – l’indicazione delle eventuali garanzie ed assicurazioni richieste.
6. Che cos’è il T.A.E.G.?
Il T.A.E.G. – Tasso Annuo Effettivo Globale – costituisce il costo effettivo del prestito che il cliente dovrà corrispondere all’erogatore espresso in termini percentuali. È l’indicatore di costo che comprende interessi, costi ed oneri accessori.
7. Cosa accade in caso di mancato pagamento di una o più rate?
In caso di ritardato o mancato pagamento di una o più rate vi sono conseguenze importanti: gli interessi dovuti vengono aumentati con l’applicazione di una mora (interesse ulteriore) e l’intestatario del prestito viene segnalato agli enti di tutela del credito (centrali rischi, banche dati), che condividono l’informazione con l’intero sistema bancario e finanziario. Questa segnalazione, che compromette la reputazione creditizia del Cliente, viene preventivamente comunicata dall’ente finanziatore.
8. Si può recedere dal contratto di prestito personale?
Sì. Il diritto di recesso è la facoltà di “ripensamento” concessa al consumatore di interrompere il contratto di finanziamento senza il consenso della banca o dell’intermediario finanziario erogante. È senza costi e senza obbligo di fornire spiegazioni. Entro 14 giorni a partire dalla conclusione del contratto, il consumatore che intende recedere deve inviare all’ente erogante una comunicazione seguendo le modalità indicate nel contratto.
9. È possibile l’estinzione anticipata di un prestito personale?
La normativa stabilisce che è sempre possibile estinguere il prestito anticipatamente rispetto al termine concordato, sia parzialmente che totalmente. Il cliente che sceglie di esercitare questa opzione deve rimborsare alla banca/intermediario il capitale residuo ancora dovuto, gli interessi maturati al momento dell’estinzione ed ogni altra somma di cui la banca fosse in credito.
10. Esistono forme di tutela a copertura di eventi non prevedibili (ad esempio la perdita del reddito)?
Sì. La forma più comune è la stipula di polizze assicurative “credit protection insurance” che tutelano il richiedente e la sua famiglia a fronte di molteplici eventi che possono determinare situazioni finanziarie negative e prevede tutele specifiche nei casi di: morte, invalidità totale permanente, inabilità temporanea totale, ricovero ospedaliero, malattia grave e perdita d’impiego.
Il decalogo del conto corrente e gli altri decaloghi sono reperibili sul sito di Unicredit e della Casa del Consumatore.