Ammalarsi di gioco d’azzardo

Negli ultimi 10 anni nel nostro Paese sono andati sempre più aumentando le tipologie e le occasioni di gioco autorizzato a disposizione di una grande massa di persone: sono aumentate le possibilità di giocare nella settimana, per esempio al lotto e al superenalotto, e creati nuovi corner e punti gioco per le scommesse.
L’ultimo nato tra i giochi disponibili per il grande pubblico promette la vincita di  un vitalizio e può essere giocato in  punti-vendita (tabaccai, giornalai ecc) diffusi in tutto il Paese, con numerose estrazioni nella giornata e il nostro Superenalotto per l’ennesima volta ha un jackpot da record.
Insomma siamo continuamente sottoposti a pressioni  o ad inviti più o meno espliciti a provare la fortuna. “Vuoi vincere facile?” è un tormentone pubblicitario degli ultimi anni che prospetta la vincita come una certezza e invita a giocare qualche numero come se fosse da sciocchi non farlo perché le probabilità sono tutte dalla tua. Continua a leggere

Giochi e lotterie: tentare la fortuna per vincere la crisi

2008-2009, la crisi finanziaria e la recessione economica in generale colpiscono quasi tutti: diminuisce il potere d’acquisto dei consumatori, diminuisce il salario di molti lavoratori, diminuisce il fatturato delle aziende.
Quasi tutti, ma non tutti: una tendenza “inversamente proporzionale” si registra nel mercato dei giochi d’azzardo: scommesse sportive, lotterie istantanee e lotterie “tradizionali”, slot machines, videopoker, poker online, bingo, lotto, e chi più ne ha più ne metta. Continua a leggere

Usura, ovvero il tragico epilogo di un consumo inconsapevole

Accetto con piacere l’invito della Casa del Consumatore ad occuparmi di usura e situazioni ad essa correlate, specie in considerazione della crisi finanziaria tuttora in atto, che fra gli altri ha l’effetto di acuire il disagio economico generalmente alla radice del problema in esame.
Nell’ambito della mia pluriennale attività in centri d’ascolto ed associazioni di volontariato di varia natura, peraltro, ho avuto modo di maturare la convinzione che le cd. “cause oggettive” che possono comportare il ricorso all’usura (caro-vita, perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni, precarietà del lavoro, etc.) sono in genere meno determinanti dei motivi/fattori di predisposizione direttamente individuabili nel soggetto coinvolto, anche solo potenzialmente, in simili dinamiche.

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