Febbre suina: consigli igienici e alimentari

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha comunicato che è salito a 985 il numero totale di casi umani colpiti  da influenza AH1N1 (Febbre suina), ufficialmente notificati.
I paesi colpiti, senza casi di morte, fra cui l’Italia, sono: (Austria 1; Canada 85; Cina 1; Costa Rica 1; Colombia 1; Danimarca 1; Salvador 2; Francia 2; Germania 8; Irlanda 1; Israele 3; Italia 1; Paesi Bassi 1; Nuova Zelanda 4; Corea 1; Spagna 40; Svizzera 1; Regno Unito 15). 
Il presunto focolaio iniziale, verificatosi in Messico, ha segnalato 590 casi umani confermati in laboratorio, di cui 25 letali.
Gli Stati Uniti hanno notificato 226 casi, fra cui un decesso che porta a 26 il numero totale dei morti.
Il Presidente del Messico, Felipe Calderon ha dichiarato in un’intervista radiofonica e televisiva che il paese è prossimo a sconfiggere il virus.
A titolo prudenziale, l’O.M.S. consiglia di attenersi alle linee guida del proprio paese.
Anche una semplice lavata di mani può salvare dal contagio. Per essere efficace è tuttavia necessario seguire questi consigli:
– strofinare le mani palmo contro palmo;
– strofinare il palmo sul dorso dell’altra mano;
– tornare a strofinare le mani palmo contro palmo intrecciando le dita;
– stringere insieme le dita delle mani strofinando le nocche nel palmo dell’altra mano;
– afferrare il pollice di una mano con il palmo dell’altra e strofinare ruotando;
– strofinare le punte delle dita nel palmo dell’altra mano compiendo movimenti rotatori e oscillatori.
L’O.M.S. ha inoltre confermato che non esiste rischio di infezione, anche se il quotidiano britannico “The Independent” tramite il responsabile della sezione salute, Jeremy Laurance, ha lanciato l’allarme prevedendo che il disastro sarà in autunno. 
Il Sottosegretario alla Salute, On. Francesca Martini, ha dichiarato che non esiste alcun rischio di infezione per quanto attiene i prodotti del maiale, purché ben cotti o insaccati e che la vigilanza sulla sicurezza alimentare rimane attenta e scrupolosa.

Febbre suina: epidemia o pandemia?

Mentre sale l’allarme OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) si discute se l’umanità si trovi al cospetto di un’epidemia o di una pandemia. Per alcuni esperti in materia ci vorranno almeno due settimane per risolvere il rebus e capire se l’impennata della febbre suina verificatasi nel mese di aprile sia l’apice dell’epidemia (come tutti sperano) o il presagio della temuta pandemia. Per il professor Layne il virus A/H1N1 ha tra i suoi componenti un ceppo genetico simile alla quello della Spagnola, influenza esplosa nel 1918 che causò tra i 50 e i 100 milioni di morti. La grande incognita dunque è se l’epidemia è destinata a esaursi da sola come è successo nel caso della SARS, dell’influenza aviaria, o a esplodere in una pandemia come è successo per la Spagnola del 1918. Fortunatamente in Italia pare non sia stato ancora individuato il cosiddetto paziente zero ovvero la prima vittima di ogni epidemia. Non è però il caso di preoccuparsi perché è ancora in corso il dibattito tra Istituzioni e Stati sul nome da dare al nuovo virus. Alcuni Stati hanno annunciato che continueranno a chiamare il virus febbre suina, altri preferiscono parlare di febbre messicana. La Commissione Europea ha proposto di chiamare il virus “nuova influenza” per evitare danni agli allevatori anche se il nome potrebbe generare confusioni. Basterà in tal caso prendere una “nuova aspirina” per debellare il virus?