I più noti consistono in messaggi ricevuti via WhatsApp oppure via mail, in cui si chiede al destinatario di cliccare un link per scaricare il certificato che permetterà di circolare liberamente in tutta Italia senza mascherina. E’ tutto falso!
Vediamo nel dettaglio di cosa di tratta.
Prima di tutto il link che si invita a cliccare ha unicamente lo scopo di far scattare il fenomeno di phishing, l’ormai noto trucchetto utilizzato dai truffatori per reindirizzare a una pagina finta ideata allo scopo di attivare dei servizi a pagamento non richiesti, prosciugare il credito della SIM telefonica e accedere a dati personali e bancari del malcapitato.
Nel messaggio è inoltre presente l’illusione dell’eliminazione totale della mascherina, un’informazione errata e inserita unicamente per incentivare ancora di più le persone a cliccare il link.
In merito a tale argomento ci teniamo a precisare che da oggi viene meno l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto e in zona bianca, ma occorrerà averla sempre con sé perché in caso di assembramenti (seppur all’aria aperta) o qualora non sia possibile mantenere il distanziamento previsto oppure nei luoghi chiusi, bisognerà indossarla.
In conclusione, chi riceve il finto messaggio riteniamo che riuscirà facilmente a identificarlo sia per la presenza del link cliccabile (truffa di phishing) sia per le informazioni errate in esso contenute, oltre a non provenire da indirizzi istituzionali.
COMUNICAZIONE DEL GARANTE PRIVACY PER CHI HA SCARICATO IL GREEN PASS (QUELLO VERO)
Il Garante della Privacy è intervenuto per avvisare coloro che in questi giorni hanno pensato bene di esibire il Qr-Code del loro Green Pass sui social, di quanto questa idea sia una scelta pericolosa.
E’ fondamentale sapere che il Qr-Code del Green Pass non è solo un’immagine, ma un insieme di dati personali attraverso cui si possono conoscere informazioni della persona a cui appartiene, tra cui la vaccinazione effettuata, le dosi, il tipo di vaccino somministrato, se l’utente ha contratto il Covid-19, i tamponi a cui è stato sottoposto e i relativi esiti. Tutti dati che è sempre meglio tenere riservati e non pubblicare in rete.
Vi ricordiamo che diffondere i propri dati personali in rete aumenta il pericolo di esporsi a fenomeni truffaldini.
Articolo realizzato nell’ambito del progetto Acciuffa la Truffa. Programma generale di intervento di Regione Lombardia di cui al DD 17 giugno 2019 del Ministero dello Sviluppo economico.