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Impianti chiusi in montagna: è giusto pagare il prezzo intero dello ski-pass?

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Quest’anno, come ormai sanno bene gli amanti della montagna, anche nelle più famose località sciistiche si è vista poca neve.
Conseguenza: moltissimi impianti chiusi e meno piste percorribili con sci e snowboard.

Nel nord Italia, infatti, alcune località hanno poco più della metà di piste aperte, come, ad esempio La Thuile, Bardonecchia e Limone, o addirittura tutti gli impianti chiusi, come, ad esempio, S. Giacomo o Frabosa. A ben poco servono quindi gli “spara-neve”, vista la situazione meteorologica.

Nonostante ciò, il prezzo dello ski-pass non è cambiato: chi vuole usufruire degli impianti disponibili, deve pagare per intero il prezzo del biglietto.

Non solo, il prezzo dello ski-pass è anche leggermente aumentato rispetto agli scorsi anni: dal 2 al 4% a seconda delle zone e il prezzo del biglietto giornaliero varia dai 28 ai 45 euro, mentre gli abbonamenti stagionali dai 400 agli 850 euro.

Non è un grande aumento rispetto all’anno scorso, ma gli italiani sono disincentivati dalle previsioni meteo: prima di partire, controllando su internet il “bollettino neve”, molti rinunciano a prenotare le vacanze in montagna.

La situazione neve, insomma, è per ora poco entusiasmante sia per gli albergatori che per gli sciatori.

La montagna sarebbe forse più accattivante se ci fosse una riduzione sul prezzo dello ski-pass in base alla disponibilità degli impianti?

Fateci sapere cosa ne pensate!

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