Mutui: tassi in salita

A riferirlo è la stessa ABI, i tassi sui mutui sono in salita, con un interesse medio del 3,5% sui mutui per la casa nello scorso mese di agosto. I nostri rilevamenti ci indicano che il trend è ancora in atto, con tassi in salita anche nel mese di settembre.
Questo dato potrebbe sembrare inspiegabile, se si considera che l’Euribor a tre mesi (il tasso più utilizzato come riferimento per i mutui a tasso variabile) in agosto è sceso all’1,55% e l’IRS a dieci anni (il tasso di riferimento per i mutui a tasso fisso) è sceso al 2,9%, uno dei suoi minimi storici.

Allora perché le famiglie pagano di più per comprare casa?
Le ragioni sono tante.

La prima l’ha evidenziata la stessa ABI. È cresciuto il numero delle famiglie che, per fuggire dalle schizofrenie dei mercati (in giugno la BCE aveva annunciato progressivi aumenti dei tassi mentre già ora a settembre si inizia a parlare di loro riduzione…), hanno spostato il loro interesse sul mutuo a tasso fisso: costa di più ma offre garanzie di stabilità e convenienza, tenuto anche conto della sua bassa quotazione attuale. Ciò, in media nazionale, comporta un aumento dei tassi medi, visto che sono cresciuti i mutuatari che hanno scelto il tasso fisso, di per sé più costoso.
Questa spiegazione da sola non è però sufficiente.

La verità è che le banche credono sempre meno in noi e preferiscono prestarsi i soldi tra loro o meglio ancora prestarli alla BCE, che a sua volta li presta agli stati in difficoltà. Si tratta di operazioni a basso margine di guadagno, ma ritenute più sicure sul fronte rischio.
Dall’altra parte ci sono le famiglie, pressate dal fisco e dall’aumento dei prezzi, vittime della crisi occupazionale e con a disposizione l’unica garanzia di un immobile che non si sa quanto varrà o sarà rivendibile domani.
La famiglia non è insomma oggi il più appetibile e affidabile dei clienti e quindi, se vuole denaro, deve pagarlo a suon di spread (il margine della banca che deve aggiungersi al tasso europeo, sia esso fisso o variabile) in continuo e progressivo aumento.

La ciliegina sulla torta? Il crollo delle quotazioni sui mercati delle grandi banche nazionali nelle ultime settimane. Anche questo incide nel ridurre inesorabilmente la propensione degli istituti di credito a cedere liquidità, se non a caro prezzo.
Sono gli effetti della crisi infinita, e a farne le spese continuiamo ad essere (anche) noi. Almeno finché non sarà raschiato anche il fondo del nostro “barile”…

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