Anche in Italia si sta diffondendo la moda, tipica dei paesi del Nord Europa, di bere alcolici e super alcolici in quantità esagerata, fino a stare male, per il puro e semplice desiderio di “sballarsi”. Lo chiamano binge drinking ed è l’abitudine, appunto, a consumare ingenti quantità di alcool, sei o più bicchieri in una sola serata, solitamente il sabato sera quando si va in discoteca o nei locali con gli amici.
Il fenomeno è stato registrato anche da un’indagine Istat, che ha analizzato il cambiamento nel consumo di alcool nel nostro paese, raffrontando i dati raccolti nel 1999 con quelli del 2009. Dalla ricerca emerge che in questi ultimi dieci anni non è aumentato il numero di bevitori, la cui percentuale rimane pressoché invariata (circa il 70% della popolazione), ma sono variate considerevolmente le abitudini. In passato si beveva soprattutto vino, durante i pasti, con una frequenza quasi giornaliera. Oggi, invece, il consumo di birra e vino è notevolmente calato a fronte di un decisivo aumento di alcolici e super alcolici, consumati soprattutto al di fuori dei pasti e in modo occasionale, in determinate circostanze e occasioni.
Il cambiamento di abitudini è evidente soprattutto nelle donne: la quota di donne che consuma bevande alcoliche fuori dai pasti registra un incremento del 23,6% (contro il 6,2% dei maschi), mentre decresce del 24,4% (contro il -11,9% dei maschi) quella del consumo giornaliero.
Ma sono soprattutto i giovani a destare le maggiori preoccupazioni. Basti pensare alla giovane età in cui i ragazzi italiani fanno la loro prima esperienza con le bevande alcoliche: già a 11/12 anni, l’età più bassa rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea.
E sono proprio i giovani fino a 24 anni a far registrare i maggiori cambiamenti nella tipologia di bevanda assunta. Prendendo ad esame la fascia d’età compresa tra i 14 e i 17 anni, tra il 1999 e il 2009, sempre secondo i dati Istat, il consumo di bevande alcoliche fuori pasto passa dal 15,4% al 18,9%. L’aumento è più evidente fra le ragazze, che passa dal 12,8% al 17,4%, anche se rimangono i maschi i maggiori consumatori di alcolici (il 20,4% nel 2009). Mentre se si esamina la fascia dei più giovani, ovvero i ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 15 anni, scopriamo che la percentuale di coloro che ha assunto alcool negli ultimi 12 mesi è del 18,5% per i maschi e del 15,5% per le femmine.
Sono ben 613 mila i ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 17 anni che attuano comportamenti a rischio. Mentre è soprattutto nella fascia d’età compresa tra i 18 e i 24 anni che si concentra maggiormente il fenomeno del binge drinking, con il 21,6% degli uomini e il 7,9% delle donne.
Questa moda esagerata dello sballo porta con sé delle pesanti conseguenze sulla salute. Allarmante il dato che registra un forte incremento dei ricoveri per intossicazione alcolica tra i ragazzi sotto i 14 anni di età (dal 13,8% del 2008 al 17,7% del 2009). I danni maggiori per la salute sono infatti rappresentati dallo svilupparsi di cirrosi epatiche o ancora più gravi, di epatiti alcoliche acute. E’ quest’ultima, infatti, la drammatica conseguenza che sta dilagando tra i giovani del nord Europa interessati dall’abuso di grosse quantità di alcolici concentrate in un periodo limitato di tempo. L’epatite alcolica acuta rappresenta un vero e proprio avvelenamento del fegato, con una mortalità elevata che può raggiungere addirittura il 40-50% dei casi.
Tale malattia può emergere dopo un lungo periodo di abuso nel consumo di bevande alcoliche, ma anche nei ragazzi che consumano grosse quantità di alcolici in periodi concentrati di tempo. Questo perché il loro fegato non è abituato a smaltire questo carico di alcool, che viene quindi metabolizzato in una sostanza, l’acetaldeide, tossica sia per il fegato che per gli altri organi.