Dopo la crisi un consumatore nuovo

La politica, la rappresentanza sociale, gli operatori del mercato, le authority di controllo. Mai come in questi ultimi anni gli interessi del cittadino-consumatore sono stati al centro dell’attenzione pubblica. Un’attenzione che ora vive una fase di riflusso ma che, crediamo, in un futuro prossimo tornerà a essere viva. La stessa crisi finanziaria e produttiva impone una riflessione su questo “nuovo soggetto sociale”.
Un riflesso significativo dell’attuale crisi sui bilanci delle famiglie italiane è certamente imputabile ai processi di riduzione del reddito disponibile. Lo si deve essenzialmente a due fattori. In un passato non lontano per effetto dell’aumento dei prezzi e oggi, a complicare la situazione, per la perdita di molti posti di lavoro.
Questo effetto a tenaglia, complice lo tsunami finanziario che ha investito anche il sistema industriale, sta influenzando non solo i budget dei consumatori ma anche il loro modo di acquistare. Si spende di meno ma si comincia sempre più a spendere meglio. Si fa strada un consumatore più attento, proprio perchè più informato, e quindi più selettivo.

Ecco che, in questa fase economica, un calo dei consumi non significa sempre e solo un peggioramento della qualità della vita. Un consumatore più sobrio non vuol dire meno felice. Per dirla con le parole del sociologo Giampaolo Fabris, “dalla crisi uscirà un consumatore sovrano, sempre più cosciente dei propri diritti ma soprattutto delle proprie responsabilità”.

In una fase calante della domanda, si registra un aumento delle vendite degli alimenti biologici, i prodotti equi e solidali, il “superfluo necessario” low cost, l’occasione outlet, così come incide di più nella spesa complessiva delle famiglie la quota di consumi destinata al benessere fisico. Non solo. Prima di acquistare i beni durevoli, si confrontano i modelli, si mettono in “competizione” le varie offerte, si creano comunità virtuali dove è l’utente stesso a valutare, sulla propria esperienza, il miglior acquisto.
In sostanza, siamo di fronte a un consumatore più oculato che vuole giocare alla pari sul mercato e che non si lascia più “attrarre” facilmente dalla pubblicità e da offerte strabilianti. Quindi più consapevole dei propri diritti e delle opportunità e per questo meno fedele ai marchi e agli stessi operatori economici.

Sta dunque mutando la gerarchia dei bisogni del consumatore? Nuovi valori guida si impongono nelle scelte di acquisto: dall’attenzione all’ambiente e alla sostenibilità dei beni di consumo; dal rallentamento dei tempi alla ricerca di un maggior benessere psicofisico, fino al recupero di identità e tradizioni territoriali. E via dicendo.

C’è allora da domandarsi quanto incida l’attuale congiuntura economica nelle abitudini di acquisto e quanto invece non sia conseguenza di lenti mutamenti strutturali nei comportamenti quotidiani e più in generale negli stili di vita.
E se l’attuale crisi economica – come appare se la si analizza attraverso le lenti del governo americano – è davvero profonda e duratura, significa che alla fine del tunnel probabilmente ci troveremo di fronte a una società rinnovata e a un nuovo modello di consumo. Forse si aprirà un’epoca nuova.
Chi oggi meglio interpreta questa prospettiva e lo scenario futuro avrà certamente vantaggi competitivi nel mercato e una maggiore attenzione da parte del consumatore di domani. E con ogni probabilità proprio gli ynakee saranno coloro che modificheranno a trecentosessanta gradi i modelli di consumo.

“Dal suv alla cinquecento ecologica” è la battuta più emblematica ed efficace per descrivere l’atteso mutamento nello stile di vita del consumatore medio americano, grazie anche all’orientamento culturale impresso dalle innovative e coraggiose politiche del presidente Obama.
Anche da noi servirebbero lo stesso coraggio e la stessa lungimiranza. Anche perchè il terreno, per quanto accidentato, è comunque “arato”. E lo stesso consumatore italiano mostra da tempo segnali di discontinuità.

La crisi impone di essere più selettivi per spuntare le migliori occasioni? Ecco che il cittadino-consumatore si attrezza per vincere la sfida quotidiana del risparmio senza rinuncia. Questa maggiore consapevolezza, pensiamo, la si deve anche alle lenzuolate che sono state approvate. Maggiori tutele, più trasparenza, servizi e prodotti meno “truffaldini”. E allora perchè interrompere questo processo? Perchè tentare di strappare questo copione? A rimetterci non sarebbero solo le tasche del consumatore ma anche, e soprattutto, il futuro e la credibilità del nostro Paese.

Antonio Lirosi, economista e dirigente al Ministero dello sviluppo economico, nel 2008 è stato Garante per la sorveglianza dei prezzi.

Tratto da L’Assedio, A. Lirosi E. Cinotti, Alberti Editore, Roma, 2009.

Con il contributo della Direzione Generale Commercio, Fiere e Mercati della Regione Lombardia: la Direzione promuove e sostiene, nell’ambito dei propri programmi d’intervento, iniziative di tutela dei consumatori e degli utenti.
Per informazioni è possibile consultare il sito internet
www.commercio.regione.lombardia.it.

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