L’educazione finanziaria come esigenza

Il tema dell’educazione finanziaria è sempre più rilevante sia a livello nazionale, sia a livello Europeo. La Commissione Europea, infatti, arriva a definire l’educazione finanziaria come “una componente essenziale affinché i cittadini possano usufruire dei benefici apportati dal Mercato Unico” e sottolinea come vi sia urgenza di azioni concrete.

Se queste necessità sono avvertite in Europa, tanto più sono reali per l’Italia, dove studi condotti da differenti istituti di ricerca hanno confermato che il livello di cultura finanziaria è generalmente basso e poco adeguato a rispondere alle sfide che i nuovi scenari impongono ai consumatori:

oltre il 70% dei risparmiatori italiani avverte un’elevata percezione di inadeguatezza sui temi relativi alle decisioni finanziarie (intesa come paura di sbagliare, senso di incompetenza, mancanza di “strumenti” per capire le notizie diffuse dai media);

il 32% dei ragazzi dichiara che spesso non sa come usare al meglio il proprio denaro; il 43% afferma di non capire nulla quando sente qualcuno parlare di soldi, investimenti, risparmi;

la misurazione del livello di cultura finanziaria degli italiani, realizzata attraverso l’elaborazione di un apposito indicatore sintetico, denominato Indice di Cultura Finanziaria PattiChiari, assume un valore complessivo di 3,5 punti su una scala compresa tra 0 e 10. Assumendo come soglia un valore della sufficienza compreso tra 5 e 6, il livello della cultura finanziaria è quindi decisamente insufficiente.

Questi dati dimostrano che l’educazione finanziaria è un’esigenza prioritaria della società, soprattutto in rapporto all’evoluzione che ha caratterizzato i mercati ed i servizi finanziari nel corso degli ultimi dieci anni: più i mercati ed i servizi offerti diventano sofisticati e complessi, con la conseguente redistribuzione della responsabilità delle scelte verso i consumatori, più l’educazione finanziaria diviene indispensabile anche per un corretto funzionamento dell’economia.

Si rende oltremodo necessario, quindi, approntare delle politiche e delle strategie che tendano a “qualificare la domanda”, ossia a rendere i consumatori più consapevoli delle proprie scelte attraverso un’adeguata educazione finanziaria

Di queste politiche si sta facendo promotore, su mandato dell’industria bancaria, il Consorzio PattiChiari, nato nel 2003 con la missione di offrire ai cittadini degli strumenti per capire i prodotti finanziari e scegliere quelli più adatti alle proprie esigenze. Attraverso una gestione aperta ai diversi portatori d’interesse della società civile, PattiChiari promuove così sia la qualità e l’efficienza del mercato, sia l’educazione finanziaria nel nostro Paese, dedicandosi particolarmente alla formazione della cultura economica degli studenti (attraverso programmi didattici specifici) e degli adulti (attraverso campagne informative).

È però necessario definire a priori una strategia nazionale per l’educazione finanziaria ed un soggetto istituzionalmente volto a coordinare e guidare le iniziative già oggi portate avanti da diverse componenti dell’industria.

La costituzione di un coordinamento centrale, come già avviene in altri Paesi europei (es. un’autorità finanziaria come in Inghilterra o un’istituzione nazionale come nella Repubblica Ceca) è assolutamente necessaria per assicurare la partecipazione attiva e la cooperazione, poiché una questione di questa importanza può essere affrontata solo promuovendo sforzi sinergici dei diversi stakeholder ed inserendola all’interno dell’agenda istituzionale.

Massimo Roccia, Segretario Generale del Consorzio PattiChiari

Con il contributo della Direzione Generale Commercio, Fiere e Mercati della Regione Lombardia: la Direzione promuove e sostiene, nell’ambito dei propri programmi d’intervento, iniziative di tutela dei consumatori e degli utenti.
Per informazioni è possibile consultare il sito internet
www.commercio.regione.lombardia.it.

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