Una crisi figlia del debito

Lunedì 20 ottobre 2008, un mese dopo il fallimento di Lehman Brothers. Nel week end appena terminato, tutte le principali banche occidentali hanno dichiarato la bancarotta con un effetto domino. Gli enormi interventi statali messi in campo dagli Stati Uniti e dall’Europa non sono riusciti a rianimare il sistema finanziario e oggi, su entrambe le sponde dell’Atlantico, i cittadini si ritrovano sotto shock con il dollaro e l’euro fuori corso. Le autorità sono al lavoro nel tentativo di tenere viva l’attività economica, che al momento appare colpita a morte. A Washington, la Fed e il governo Bush si apprestano a introdurre una nuova valuta: il new dollar, il cui valore sarà legato a quello dell’oro. Nelle capitali europee, invece, si è deciso di tornare alle valute nazionali. Gli economisti sono concordi nell’affermare che le cause del collasso economico-finanziario sono da ricercare nell’eccesso di debito che ha caratterizzato il sistema negli ultimi decenni.

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