Le nuove disposizioni sul “made in Italy” ci vanno bene così come sono

Dopo il nostro intervento di ieri a favore della trasparenza nell’indicazione di provenienza di latte e formaggi, vogliamo oggi spezzare una lancia in favore delle recenti norme sul “made in”.Come noto, per effetto dell’entrata in vigore della cd. Legge Sviluppo, dal 15 agosto 2009 in poi è vietato apporre marchi di imprese italiane su prodotti che non sono di origine italiana, a meno che sugli stessi prodotti non venga scritto, in maniera precisa e con caratteri evidenti, il paese o luogo di fabbricazione o produzione. Chi contravviene al divieto incorre in sanzioni penali.
Questa disposizione ha suscitato pesanti reazioni, tanto da indurre il Governo a valutare una sua revisione.

L’opinione di questo blog è che ogni disposizione che miri a fare chiarezza, consentendo al consumatore di comprendere in trasparenza la vera origine dei prodotti che acquista, debba essere sostenuta e mantenuta in vigore. È l’ora di finirla con prodotti che sembrano italiani ma che in realtà sono stati integralmente fabbricati all’estero e solo marchiati al loro arrivo in Italia!
La produzione estera non è di per sé un disvalore, deve semplicemente essere nota, affinché il consumatore possa fare scelte consapevoli, senza essere indotto in errore.

3 risposte a “Le nuove disposizioni sul “made in Italy” ci vanno bene così come sono

  1. Finalmente delle norme che tutelino il vero made in Italy. E’ da anni che aspetto maggiori tutele in quanto produttore e consumatore.
    E’ ovvio che la grande distrubuzione e i grandi gruppi d’acquisto, i grandi marchi che di Italiano hanno solo il nome impunteranno i piedi e faranno guerra perchè questo non avvenga perchè sino ad oggi hanno lucrato e speculato alle spalle di chi ancora crede nella bravura,serietà, qualità del vero made in Italy. E’ giusto che il consumatore sia messo nelle condizioni di scegliere cosa acquistare ed è giusto che il consumatore possa valutare se quel prodotto imporato sia venduto al giusto prezzo e se esso sia eccessivo.
    Mi auguro che il governo e la comunità europea proseguano così per salvaguardare la trasparenza, la chiarezza e per consentire una volta per tutte al consumatore di fare la giusta scelta senza essere preso in giro delle grandi entità commerciali.

  2. Utile ma tanto se poi le norme, come spesso accade, non vengono fatte rispettare in Italia, possono fare tutte le leggi ed i regolamenti che vogliono, ma servirà solo a sentirsi in pace con la coscienza e non ad arginare il problema.
    just my 2 cents.
    zoe

  3. … Condivido il tutto, ma non penso che sia sufficiente per dar la certezza ai consumatori che il prodotto sia veramente di origine italiana ….
    …. lavoro in cina da oltre 7 anni, Voi non avete neanche l’idea di quanti prodotti, finiscono quotidianamente sulle vostre tavole sono di origine cinese ….
    Sapete che oltre il 90% dei funghi secchi che si consumano in italia sono di origine cinese??
    ma nonostante cio’, anche con la nuova normativa, nessuno ne verrà mai a conoscenza !!!!
    semplice vengono importati in confezioni da kg 10 e poi riconfezionati in piccole buste ed immesse in commercio ……
    Paolo

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