250 euro per aver visitato il sito porno gratuito

Richiesta di 250 euro per aver visto filmati pornografici su redtube.com.: se la sono vista recapitare a casa migliaia di cittadini tedeschi da una società svizzera, che li accusa di aver visto film vietati ai minori che sarebbero coperti da copyright, chiedendo questo risarcimento ad ognuno dei “trasgressori”.

La notizia sta suscitando scalpore dilagante nel mondo, visto che l’utenza di siti come redtube, youporn, pornhub e simili è ormai diffusa a livello planetario.
Non mancherà di destare preoccupazione anche qui da noi, visto che l’Italia, ed in particolare alcune città del nord, pare sia il paese col maggior numero di utenti di siti porno gratuiti a livello mondiale.

Vista dal lato del “consumatore”, la richiesta pare davvero azzardata e inaccettabile: come fa infatti il consumatore ad accorgersi di violare il copyright altrui? La violazione sarebbe semmai contestabile al sito, che pure ricava profitti milionari dai milioni di visitatori che ogni anno affollano questi siti.

Lo streaming gratuito di pornografia è infatti un business fiorente, che si alimenta di servizi paralleli a pagamento, inserzioni pubblicitarie e trappole varie per gli utenti, che debbono muoversi sempre con grande circospezione per non incappare in virus, addebiti di servizi non richiesti, ecc.

Un mercato che, con la chiusura prima dei cinema per adulti e poi con il crollo del mercato di VHS e DVD, sembrava ormai avviato al tramonto e che si è invece ingrandito a dismisura grazie alla rete: si pensi che tutti i masggiori siti di video porno free si trovano tra i cinquanta siti più visitati al mondo, al pari di colossi come facebook, youtube o ebay.

Se violazioni di copyright vi sono, i titolari dei diritti ben farebbero a prendersela con questi colossi della pornografia (pochi che hanno in mano il controllo di quasi tutti i siti di porn-sharing mondiale) e non con i poveri malcapitati utenti che ignoravano (ammesso che ciò sia) di violare diritti altrui.

C’è infine da chiedersi come questa società svizzera sia venuta a conoscenza dei recapiti dei malcapitati frequentatori del noto sito porno e se le norme sul download siano applicabili anche allo sharing.

Alcuni si stanno organizzando per respingere le richieste della società svizzera, ma saranno sicuramente in molti a pagare, per non dover raccontare in casa della vicenda…

Questione aperta insomma. Achtung!

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