Processo Uber / Taxi. A breve la decisione definitiva del Tribunale di Milano

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Si è tenuta ieri mattina davanti al Tribunale di Milano l’udienza sui reclami presentati da Uber (e dai Taxi) contro la decisione con cui lo stesso Tribunale ha stoppato il servizio UberPop in tutta Italia.

Due ore di intensa discussione, che ha evidenziato chiaramente i pro e contro della vicenda che vede contrapposti Uber e Taxi.
Nel giudizio sono intervenute anche le associazioni di Rete Consumatori Italia, dopo la chiusura del sondaggio con l’impressionante risultato di quasi 150mila risposte.

Un esito che ha dimostrato l’indubbio interesse dell’opinione pubblica al processo in corso e la netta prevalenza dei sostenitori di Uber, che hanno totalizzato un numero di risposte favorevoli quasi doppio rispetto alle contrarie. Continua a leggere

UberPop: arriva il divieto del Tribunale, insorgono “autisti” e consumatori

Il Tribunale civile di Milano ha inflitto un duro colpo alla famosa “UberPop”, la app di Uber che da qualche mese, accanto ad un regolare servizio di Uber di noleggio con conducente, permette a chiunque, senza bisogno di alcuna licenza, di mettere a disposizione la propria auto e di improvvisarsi autista, chiedendo prezzi inferiori a quelli di mercato.

Questa iniziativa dell’azienda californiana non è piaciuta ai tassisti italiani (e di altri paesi europei), i quali a numerosi scioperi hanno fatto seguire un ricorso contro gli improvvisati autisti di UberPop. Il ricorso è stato accolto dal Tribunale Civile di Milano, il quale ha vietato UberPop in tutta Italia, in quanto offrirebbe un servizio in concorrenza sleale con i taxi.

L’uso di UberPop è stato inibito “in via cautelare e urgente”, così come ogni “prestazione di un servizio – comunque denominato e con qualsiasi mezzo promosso e diffuso – che organizzi, diffonda e promuova da parte di soggetti privi di licenza un trasporto di terzi”. Continua a leggere

Liberalizzazioni: è tutto oro quel che luccica?

Liberalizzare il mercato significa aprirlo e favorire la concorrenza. Così ci insegna (e ci impone) l’Europa. Ma in Italia le liberalizzazioni come stanno andando?
Avete notato quanto sono scesi i prezzi dei taxi? È merito della liberalizzazione! E l’energia elettrica? Riuscite a capire qual’è l’offerta migliore? Sapete cos’è la componente “energia” della bolletta? Non vi preoccupate, oggi si può scegliere, grazie alla liberalizzazione! Allo stesso modo possiamo farci fare lo sconto dagli avvocati sulle loro tariffe… ma ci riusciremo o ce la fanno solo grandi clienti, come banche e assicurazioni? Tranquilli, anche il mercato dell’assistenza legale è liberalizzato!!
Nella telefonia poi, dormiamo pure sonni tranquilli, perché in Italia il mercato è liberalizzato! Peccato però che non riusciamo a comparare le offerte delle varie compagnie, le offerte cambiano ogni tre mesi e tra scatti alla risposta, tariffazioni al minuto o al secondo, o a quarti d’ora, alla fine non ci capiamo più nulla. In America, più fortunati di noi, pagano il telefono la metà di noi e possono comparare le offerte, perché sono espresse in mero costo al secondo…
C’è poi la questione delle offerte. Prendiamo ad esempio i conti correnti bancari: anche questo è un mercato liberalizzato (oggi si può cambiare banca senza spese di chiusura conto). Ma l’offerta che ci viene sottoposta ha senso se poi può essere cambiata in qualsiasi momento con una semplice comunicazione? E dalla pubblicità ci è chiaro che le condizioni evidenziate a caratteri cubitali durano solo qualche mese?
Quest’ultimo è forse l’aspetto che più lascia perplessi delle nuove conquiste liberalizzate.
O dedichiamo la nostra vita a valutare ogni mese le nuove offerte telefoniche, di gas, elettriche, bancarie, assicurative (e chi più ne ha più ne metta), oppure ci troveremo imprigionati in uno specchietto per le allodole che ci ha allettati inizialmente, ma poi si è scordato di noi. Le tariffe cambiano, le offerte svaniscono e alla fine non riusciamo neppure più a capire se ci stiamo guadagnando o perdendo. Nel frattempo invidiamo gli altri che aderiscono ad offerte sempre più allettanti, ma noi non possiamo che fare gli spettatori, perché dovremmo di nuovo impazzire a cercare l’offerta migliore, sempre ammesso che il contratto da mille clausole che abbiamo firmato ce lo permetta…
Un esempio lampante è dato dal fenomeno delle chiavette internet: mese dopo mese le compagnie telefoniche si combattono con offerte sempre più basse e con connessioni sempre più veloci. Verrebbe però da non comprarle mai, perchè appena decidiamo, rischiamo di sottoscrivere un contratto che (in barba alle liberalizzazioni Bersani) ci vincola per anni, anni che passeremo a guardare i nostri amici che navigano più veloci di noi e spendono la metà!
È un fenomeno simile a quello dei computer. Quando lo comprate, assicuratevi che costi poco e si rompa facilmente, perché intanto non serve a niente che duri, visto che dopo pochi anni (o mesi?) possiamo anche buttarlo perché non ci gira più un programma e non riusciamo neanche a navigarci in internet. Il prezzo poi è pura fantasia, perché tra sei mesi un oggetto che ha prestazioni doppie al nostro costerà lo stesso prezzo.
Insomma, eravamo più contenti quando la benzina costava uguale da tutti i benzinai oppure ora che ci pubblicizzano sconti centesimali (o addirittura millesimali, perché nel settore dei carburanti, unico, esistono anche i millesimi…), come se si trattasse di grandi guadagni.
Erano migliori i tempi della Sip o quelli del mercato di oggi? Chi ci ha lavorato, ne parla come i reduci del Vietnam che sentiamo nei film americani: se c’è una cosa che il mercato della telefonia mi ha insegnato…
Per finire: lo sapete che termini vengono usati dall’Autorità per l’Energia Elettrica per definire  il mercato non liberalizzato? “maggior tutela” o “salvaguardia”. Ma allora chi passa al mercato libero è in pericolo?