Adsl veloce? Arriva “Nemesys”

Sono tanti i messaggi pubblicitari che promettono connessioni in banda larga veloci e superveloci.
Però, tra il dire e il fare…
A volte capita, insomma, che la velocità reale ed effettiva della propria linea Adsl risulti decisamente inferiore a quella reclamizzata: pagine web che non si aprono, download e upload lenti, disconnessioni improvvise.

Ma quando il servizio acquistato non ha le caratteristiche previste dal contratto il consumatore può esercitare il proprio diritto di recesso, quindi disdire il proprio abbonamento internet.
Come fare, allora, per dimostrare che la linea è meno veloce del dovuto?

L’Autorità Garante delle Comunicazioni sì è occupata del problema ed ha lanciato il progetto “Misura Internet”. Continua a leggere

Il mio browser me lo scelgo io

Nei prossimi giorni oltre 100 milioni di utenti europei di sistemi operativi Windows Xp, Vista, 7 e successivi, vedranno comparire una schermata di scelta sul proprio Pc o si vedranno offerta la possibilità di ricevere l’aggiornamento della schermata di scelta. Ciò permetterà di scegliere uno o più browser da installare sul PC tra una dozzina di possibilità diverse.

I browser disponibili sono: Mozilla Firefox, Google  Chrome, Apple Safari, Opera, Aol, Maxthon, K-Meleon, Flock, Avant Browser, Sleipnir e Slim Browser. Continua a leggere

facebook e youtube a rischio censura?

Il 5 febbraio di quest’anno il Senato ha approvato un emendamento al c.d. “Pacchetto Sicurezza” proposto dal Senatore U.d.c. Gianpiero D’Alia (v. foto). Tale norma, nota anche come “emendamento ammazzaFacebook”, se approvata anche dalla Camera, obbligherà i provider, cioè le compagnie telefoniche che forniscono l’accesso ad internet, a oscurare, su richiesta del Ministero degli Interni, un intero sito, blog o social network, come YouTube e Facebook, qualora sia impossibile reperire il singolo responsabile della pubblicazione di pagine, gruppi o filmati a contenuto illegale.

La “ratio” dell’emendamento è quella di punire i creatori di alcuni gruppi antisemiti o inneggianti a personaggi mafiosi, come Totò Riina. Tuttavia, la procedura prevista è stata subito percepita da tutto il popolo di internet, come una vera e propria censura. Si tratterebbe di mettere internet sotto il controllo del potere esecutivo. In tal caso, il rischio di incostituzionalità della norma sarebbe molto forte, perché verrebbe percepita come una vera e propria restrizione illegittima alla libertà d’opinione. Bisogna ricordare che il codice penale già prevede i reati d’opinione, come l’apologia e l’istigazione a delinquere. Quindi esiste già un sistema di controlli successivi con la possibilità di condannare penalmente i responsabili di tali crimini, ma con tutte le garanzie che il processo comporta.

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