Piano Famiglie: una risposta alla crisi

Si è tenuta ieri la cinquantesima Assemblea dell’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana.
Nella propria relazione il Presidente Corrado Faissola ha evidenziato che sui mercati finanziari internazionali è tornata l’incertezza.

“Le nuove turbolenze originano dalle preoccupazioni circa la crescita dei debiti sovrani: in un gioco di trasposizione che non è nuovo nella storia economica, la crisi sembra trasferirsi dai sistemi finanziari che l’hanno generata agli Stati che sono intervenuti per arginarla”; “va scongiurato” ha ammonito il Presidente “il rischio che la ripresa in atto sia compromessa, che la disoccupazione resti agli alti livelli derivanti dalla crisi, che sia precluso l’accesso ad un sentiero di sviluppo più robusto ed equilibrato”.

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Il Governatore della Banca d’Italia richiama le banche al rispetto di principi di equità contrattuale e trasparenza

Particolarmente incisivo l’intervento all’odierno convegno dell’ABI a Roma.
Il Governatore ha evidenziato una intensa e preoccupante diminuzione dei prestiti erogati dai maggiori gruppi bancari, sottolineando altresì che il credito al consumo in Italia è il più caro d’Europa.
Il Governatore ha esortato le banche a integrare i risultati di sterili metodi statistici con la conoscenza diretta del cliente, delle sue effettive potenzialità di crescita e di redditività futura.

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Ancora sui mutui: ma la rata di gennaio era giusta?

Come noto, l’articolo 2 del decreto legge n. 185/2008 (convertito nella legge n. 2/2009), nell’ambito di una serie di misure urgenti a sostegno delle famiglie, ha stabilito che, per tutto il 2009, alla rate mensili dei mutui non si può applicare un interesse superiore al 4% annuo.

Tale tetto massimo si applica ai mutui ipotecari a tasso non fisso stipulati (prima del 31 ottobre 2008) per l’acquisto di una prima casa, che alla prima rata avessero applicato un interesse (comprensivo di spread) non superiore al 4%.

Questa soglia, proprio per aiutare le famiglie in difficoltà, è stata imposta con un provvedimento di urgenza e doveva spiegare i propri effetti sin dalla rata di gennaio 2009.

Da dicembre 2008 si sono succedute due circolari del Ministero dell’Economia contenenti chiarimenti, ma ancora (mancando, a loro parere, una circolare delle Agenzia delle Entrate) quasi tutte le banche non si sono ancora adeguate alla normativa.

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